Inter, il timore di un'esultanza folle e l'eccessiva prudenza di Mazzarri

Walter Mazzarri, avesse fatto il giocatore di scacchi di professione, sarebbe stato un Kasparov d'Italia. Si nasconde, camaleonte della panchina, cela le emozioni, imperturbabile contropiedista pronto a graffiare una volta che piega la schiena ed inarca il centrocampo. Stavolta, però, supera pure il tatticismo più esasperato, sforando nell'ostracismo della verità. "Non dobbiamo sottovalutare l'ostacolo Stjarnan". Squadra di calciatori non professionisti, d'esultatori folli e stravaganti, è compagine che già vive un sogno, nel salire il palco della Scala. Chiaro. Che il Walter d'Italia dica che "non vanno sottovalutati", fa il paio con le eliminazioni di Motherwell e Lech Poznan, ma il paragone con l'Islanda quasi-Mundial e l'aggiunta di un calcio internazionale che va livellandosi paiono più estremizzazioni che altro. Lo Stjarnan non ha nomi noti ma esultanze famose, tormentoni virali sul web.

Runarsson, Johansson, Gunnarsson, Aegisson. Cognomi forse noti in Islanda, volti e scarpette sconosciute in Italia. Pure a Mazzarri. Sarà per questo che forse trema. O forse finge di farlo. O magari si prepara alle temperature rigide dell'estremo nord europeo. Chissà. Gioca a scacchi, il tecnico dell'Inter, peccando però stavolta d'eccesso di prudenza.