Inter: inizia l'era Guarin 3.0

Solamente nella giornata di venerdì Walter Mazzarri potrà contare sulla rosa al completo, dopo i rientri dei vari nazionali, e solo venerdì il tecnico potrà capire le condizioni generali dei suoi ragazzi. Palacio ed Osvaldo sono rimasti ad Appiano Gentile a proseguire i piani personalizzati di recupero. Entrambi saranno a disposizione contro il Sassuolo, ma nelle ultime ore il tecnico sta prendendo seriamente in considerazione l'idea di schierare Fredy Guarin dal primo minuto con Icardi. Perché gettare subito nella mischia 'El Trenza' sarebbe comunque un rischio, per Osvaldo non esistono possibilità di vederlo partire titolare. Ieri Mazzarri ha avuto un lungo colloquio con Guarin e se sta prendendo corpo la possibilità che il colombiano parta addirittura titolare è perché il tecnico ha capito che mentalmente il ragazzo è pronto a ripartire, dopo due sessioni di mercato a dir poco rocambolesche. Siamo di fronte al Guarin 3.0 quello che riteneva di essere un big, ma che si è reso conto che alla fine nessuno lo ha voluto fortemente prendere e questo non solo per colpa delle richieste economiche del club. Ha capito che deve tornare a giocare a calcio ai livelli del Porto con continuità per sé, per il club e la Nazionale.

Solo così potrà riaffacciarsi sul panorama internazionale, perché quello dell'ultima stagione all'Inter e del mondiale non è neanche lontano parente del giocatore apprezzato nel Porto pluricampione. Ieri Mazzarri ha annullato il doppio allenamento previsto per oggi, ma Guarin ha chiesto ed ottenuto di fare ugualmente una doppia seduta di allenamento per migliorare la condizione fisica. Non è finita, perché non sarà facile superare lo scetticismo dei tifosi nerazzurri, che sono sì esigenti, ma anche pronti a perdonare a patto che dimostri sul campo di dare tutto per la maglia. L'esempio di Ranocchia può essere d'aiuto. Non è un caso che questa mattina il colombiano sul proprio profilo instagram abbia scritto: "Felice di continuare ad indossare questa maglia". Ad oggi una semplice frase, quasi una dichiarazione di pace nei confronti dei tifosi, i quali a loro volta non vogliono più dichiarazioni d'intenti, ma fatti concreti sul campo.