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Inter, la discriminante fa la differenza

Inter, la discriminante fa la differenzaTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 7 novembre 2016, 07:152016
di Gianluigi Longari

La fase di "normalizzazione" dell'Inter ha avuto il via a 5 minuti dall'inizio della tregenda. L'atmosfera surreale che ha avvolto San Siro a margine del match contro il Crotone ha rappresentato il sintomo più eloquente di una situazione malsopportata e totalmente antiaderente rispetto alla realtà cui dovrebbe appartenere. L'eterogeneità dei protagonisti e delle nazionalità coinvolte è il simbolo più esplicito di una condizione che non può essere accettata e digerita da un ambiente che, per quanto viva una situazione di difficoltà, non può certo mettere alla berlina 108 anni di storia. La scelta di Pioli, avvalorata da tutte le componenti in causa, ha da un lato la conseguenza di annullare ogni spirito entusiastico di chi avrebbe voluto osservare una rivoluzione di concetto, ma dall'altro la rassicurante possibilità di fornire un minimo di raziocinio ad una società che pareva esserne totalmente priva.

La decisione di Ausilio e del gruppo italiano ha scalato posizioni, soppiantando di fatto le proposte legate a possibilità più esotiche e probabilmente più spendibili agli occhi di sponsor e osservatori esterni, prendendo come principale termine di paragone quello fornito dal rettangolo verde e dalle risposte che esso sarà in grado di fornire di qui in avanti. Con buona pace di Hiddink, Marcelino e chi per essi. Se la discriminante dovesse essere questa, ogni decisione sarà accettata di buon grado. Senza il minimo dubbio.