Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Inter-Milan, il derby dei poveri

Inter-Milan, il derby dei poveriTUTTO mercato WEB
© foto di Andrea Ninni/Image Sport
domenica 19 aprile 2015, 07:452015
di Andrea Losapio

San Siro sarà comunque pieno, ma Inter e Milan vivono il periodo peggiore - congiunto - dei prossimi vent'anni. Perché nerazzurri e rossoneri non riescono a ritornare ai fasti del recente passato, con i fatturati che sono decisamente in picchiata e l'Europa che conta lontanissima. Non solo quella, perché pure l'Europa League è un miraggio per entrambe, in una stagione disgraziata. Le nobili decadute che nella prossima annata saranno chiamate a riscattarsi stasera vivranno una serata di gala. Da una parte Icardi - e il giovanissimo Gnoukouri, possibile titolare - e dall'altra il falso nueve Menez.

E, pure per gli allenatori, una situazione complicata: Mancini è arrivato con le fanfare e non sta certo facendo la differenza come auspicato, Inzaghi sembra più un allenatore interinale: sarà praticamente impossibile che venga confermato ancora, checché ne possano dire i diretti interessati.
Sembra più una questione d'onore che non una necessità di classifica, ma fa davvero specie che Inter e Milan, che anni fa lottavano nelle semifinali di Champions un anno sì e l'altro pure, si siano ridotte così. C'è una piccola differenza: i nerazzurri hanno qualche calciatore con mercato, da Icardi ad Handanovic, con la possibilità di finanziare il mercato con le loro cessioni. L'altra sponda del Naviglio dovrà fare di necessità virtù, come ogni anno, poiché la politica dei parametri zero non è certo vincente. Farebbe bene a capirlo pure Galliani, invece che difenderli spesso.