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Inter, Shaqiri allo Stoke: potere (economico) delle piccole di Premier

Inter, Shaqiri allo Stoke: potere (economico) delle piccole di PremierTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 11 agosto 2015, 15:462015
di Ivan Cardia

Si attende l'ufficialità, ma ormai il trasferimento di Xherdan Shaqiri dall'Inter allo Stoke City è quasi una certezza. Potere (economico) della Premier League: il trequartista elvetico solo 7 mesi fa passava dal Bayern Monaco ai nerazzurri, ora si accontenterà del Britannia Stadium di Stoke-on-Trent, non esattamente il palcoscenico più ambito al mondo. Avrebbe del clamoroso, il trasferimento di un calciatore che solo l'anno scorso ha vinto la Champions League, eppure non lo è, proprio per lo strapotere economico dei club d'oltre Manica: se in Italia le medio-piccole, definizione che ben si adatta ai Potters, si barcamenano tra prestiti e obblighi di riscatto che potrebbero non essere mai onorati, in Premier League le stesse squadre chiudono affari milionari. In Serie A, al netto del Sassuolo che formalmente ha speso 10 milioni di euro per tenere Berardi, ma nell'ambito di una trattativa ben più articolata con la Juventus, si segnalano gli sforzi dell'Empoli per trattenere Saponara, o quelli dell'Hellas Verona per strappare Viviani alla Roma, ma in entrambi i casi non si sale oltre i 4 milioni di euro. Difficile poi equiparare la storia dello Stoke a quella del Torino, ma anche i granata, pure fra i più attivi guardando i club non qualificati alle prossime edizioni delle competizioni europee, non superano i 5 milioni per giocatore spesi nell'ambito dell'affare che ha portato a Ventura Baselli e Zappacosta dall'Atalanta.

Tutta un'altra musica in Premier: il Bournemouth ha versato 11 milioni di euro all'Ipswich Town per Tyrone Mings e 10 per convincere il Saint-Etienne a cedere Max Gradel; il Watford ha speso quasi 23 milioni di euro per Etienne Capuoe, José Manuel Jurado e Berghuis; il Norwich ha investito 10 milioni di euro per soffiare all'Hull City Robbie Brady. E così ci si fermerebbe alle tre neopromosse dalla Championship, senza menzionare i 20 milioni di euro spesi dal Leicester per Shinji Okazaki e N'Golo Kanté, o i quasi 29 milioni investiti per Salomon Rondon e James Chester dal West Bromwich Albion, che ne ha spesi "solo" 4,5 per Rickie Lambert, flop al Liverpool ma top assoluto al Southampton in precedenza. Per chiudere con la pomposa campagna acquisti del Crystal Palace, che per Yohan Cabaye e Connor Wickham ha speso quasi 24 milioni di euro, mentre il West Ham, già più in alto a livello di blasone, tra Dmitri Payet, Angelo Ogbonna e Pedro Obiang ne ha spesi 32.

Shaqiri allo Stoke City, in conclusione, è solo l'ennesima dimostrazione del grande potere, economico prima ancora che mediatico e soprattutto sportivo, della Premier League, senza paragoni per la Serie A nostrana. Anche se poi, guardando alle big impegnate in Europa, le cose vanno anche diversamente.