Inter-Suning, un buon modo per guadagnare credito. E crediti

Erik Thohir, venerdì allo store ufficiale di Milano, aveva sottolineato più volte come il fair play finanziario sia un aspetto fondante, da seguire, per giocare le coppe europee. Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire, ma la verità è che con l'indonesiano c'è la possibilità, sì, di costruire una buona squadra. Andando però avanti per tentativi, ogni anno inserendo giocatori da rilanciare oppure da far esplodere completamente. Difficile però fare come la Juventus, competere con una società che ha il doppio del fatturato (e spese maggiori, soprattutto sui tesserati), che verosimilmente per almeno un altro anno sarà irraggiungibile. San Siro è uno stadio meraviglioso, ma andrebbe rimodernato. Così come l'intera area circostante, impossibile da rifare come quella intorno allo Juventus Stadium. I bianconeri arriveranno, fra qualche anno, a un fatturato intorno al mezzo miliardo.

Con diritti televisivi decisamente importanti, mentre la Champions sarà poco rilevante, come succede attualmente con il Manchester United.
L'Inter, per tornare competitiva subito - e non aspettare almeno due o tre anni - deve immettere capitali freschi. Un ottimo allenatore lo ha, ma gli manca quel qualcosa in più, quel campione a metà campo che gli farà svoltare il gioco. E forse anche uno in avanti, sperando che possa diventarlo Icardi, mentre Perisic dovrebbe continuare in quel percorso di crescita mostrato nella seconda parte dello scorso anno. Qualcosa manca, soprattutto nel gioco e nella forza, in un organico che in attacco poteva contare su una quantità di soluzioni difficilmente replicabile. L'arrivo di Suning farebbe cambiare la bussola, magari non facendola ritornare la prima squadra d'Italia (serviranno sponsorizzazioni e investimenti) ma portando moneta. E magari non cedere - troppi - big nella prossima estate.