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Inter, tre nomi per un'utopia

Inter, tre nomi per un'utopiaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 4 novembre 2014, 08:482014
di Gianluigi Longari

C'è un'idiosincrasia di fondo, alla base del progetto Inter. Un dilemma da risolvere affinchè gli scenari disegnati trovino riscontro effettivo nella realtà dei fatti. Quale sia il business dell'Inter, allo stato attuale delle cose, appare alla stregue di un mistero insondabile. Perlomeno stride con la trasposizione che settimanalmente il campo fornisce, l'ideale di squadra economicamente illuminata ed in grado di valorizzare il giovane talento a disposizione dell'attuale demiurgo Walter Mazzarri. Un nome ed un cognome che ritorneranno, in questo ragionamento, perché dall'adeguatezza del profilo del tecnico di San Vincenzo al programma di Thohir dipenderà il dispiegarsi del futuro di una società in aperta crisi esistenziale. La facciata, intanto, è unita e salda come mai era accaduto nell'era Moratti. Mai l'allenatore è stato realmente messo in discussione, ed ogni parola dell'organigramma tecnico è stata volta alla salvaguardia di quanto costruito dal momento del rinnovo di contratto concesso in estate all'attuale mister interista.

Un'imposizione che perde di consistenza ad ogni sconfitta, ad ogni occasione sprecata, ad ogni rimonta mancata. Una carenza strutturale che non può essere tollerata con un cantiere aperto da 16 mesi. E allora via con i sogni e le aspettative in cui crogiolarsi nella speranza di un domani migliore: dal calcio totale che professa De Boer, passando per la trasposizione italiana del calcio dell'Everton di Martinez, o ancora ipotizzando quel trapianto di David Moyes nel grande calcio che già Old Trafford ebbe modo di rigettare. Nuvole di chiacchiere, che un presente già troppo tempestoso ed economicamente instabile non si può permettere di sopportare. Meglio pensare alla ricetta per far tornare il sereno. Anche con Mazzarri.