Inter, un'unica via da perseguire
L'impressione è che ci sarà da abituarsi. Magari da divertirsi, probabilmente da disperarsi. Di sicuro sarà necessaria tanta pazienza. L'Inter dell'Adriatico ha segnato un netto passo avanti dal punto di vista della prestazione rispetto alle prime due partite di campionato, è vero, ma la ricerca dell'equilibrio sembra quantomai lontana dall'aver raggiunto il suo snodo fondamentale. Cocciuto e positivo il tentativo di mantenere il pallino del gioco, rivedibili gli errori di disimpegno che denotano da un lato una scarsa attitudine nel comandare le partite, ma dall'altro il concreto tentativo di seguire le direttive di un comandante affascinante quanto maledettamente complicato da accontentare. Ancora troppi i tentativi di accorciare i tempi con rilanci dalla retroguardia a saltare una linea mediana che, soprattutto con Banega e Joao Mario, dispone delle qualità per mantenere il pallino.
Così come evitabili sono stati quegli errori di disimpegno che hanno aperto voragini in una retroguardia completamente da registrare. Fallito il primo esperimento di Perisic e Candreva dal primo minuto, specie a causa della scarsa attitudine di entrambi nel creare e sconvolgere una situazione di parziale equilibrio sullo scacchiere tattico. Meglio con il caos organizzato dell'ultimo quarto d'ora, fatto di scambi stretti ad alto tasso tecnico e di palloni giocabili serviti ad un centravanti che ha bisogno solo delle occasioni per dimostrarsi letale. La via del gioco è quella da perseguire per avere successo. Sarà lunga e irta di insidie. Ma questa Inter e Frank de Boer non possono proprio farne a meno.