Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Juve-Napoli sul mercato - José Altafini, odi et amo

Juve-Napoli sul mercato - José Altafini, odi et amoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 12 febbraio 2016, 13:152016
di Andrea Losapio

Troppo semplice titolare Core n'grato per José Altafini, quando si parla di Napoli e Juventus. Perché, pur nella genialità napoletana, è la finzione e la tristezza. Forse la paura di non godersi le cose fino in fondo. Il termine è "arraggiato", dialettale. E pure abbastanza comune nell'indole dei partenopei.
Un passo indietro: stagione 1974-75, Altafini è un rincalzo, pur ottimo, nella Juventus. Trentasette anni, non può essere altrimenti. E la partita è, appunto, Juventus-Napoli, che decide lo Scudetto. È stato un campione, al San Paolo, ma il rapporto logoro (e pure il fisico, una volta gli attaccanti si dimettevano dal proprio lavoro abbastanza rapidamente causa entratacce degli avversari) con gli azzurri gli aveva fatto il giro inverso rispetto al proprio compagno d'attacco Sivori.
"Quelle scritte mi hanno rovinato la vita", ha spiegato a quaranta e passa anni di distanza Altafini.

Appunto, cuore ingrato per una città che non dimentica chi gli fa uno sgarbo tanto grande. Perché Napoli era ancora a zero Scudetti e quella rete di Altafini, di fatto, diventa il simbolo della sconfitta. Il paragone con il 5 maggio del 2002 può rendere bene l'idea, sebbene le premesse fossero diverse. Altafini stesso esultò. E fu un bel calcio alla tristezza di un gioco che, almeno quando si segna, dovrebbe essere solamente allegria e divertimento.
Odi et amo, diceva Catullo. Napoli-Altafini è stato un rapporto così, ma in quel 1975 l'italoargentino toccò cinque palloni. Due persi, due passaggi, un gol. Era la punizione per averlo fischiato all'ingresso in campo.