Juventus, Zaza: è una questione di pazienza, in campo e fuori
E' una questione di pazienza. E di gol. Anche se - apparentemente - sembrerebbe solo un normale botta e risposta a distanza tra un allenatore che fa le sue scelte e un giocatore che chiede di farne parte. "Ho portato molta pazienza" dice Simone Zaza nel post Juve-Carpi (in cui entra e segna il 2-0). "Zaza? Io ho avuto molta più pazienza" replica dal canto suo il perentorio mister Allegri. Oltre alle 8 reti in meno di 900 minuti in campo (852), però, il bomber di Policoro ha rimediato anche tanti cartellini. Troppi, forse, molti dei quali inutili, alcuni appena entrato in campo. Chiamato in causa per esprimere la sua qualità migliore, quella di spezzare le partite: delle 8 marcature messe a segno da Zaza in stagione ben 5 sono state siglate partendo dalla panchina, di cui 2 decisive.
La prima nel pari contro il Frosinone all'andata, la seconda - pesantissima - allo Stadium in occasione della vittoria-sorpasso in vetta ai danni del Napoli. "Posso solo dire - ha spiegato ieri a Tuttomercatoweb l'agente di Simone Zaza, Christian Maifredi - che un giocatore non può mai essere soddisfatto quando gioca poco". Ed è normale pensarlo, anche in una squadra come la Juve e con colleghi di reparto come Morata, Mandzukic e Dybala. Altra cosa è manifestare il proprio dissenso troppo apertamente. Che sia rottura o meno, il concetto sembra chiaro dalle parti di corso Galileo Ferraris. Pure e soprattutto dopo l'offerta del Crystal Palace presentata a gennaio alla società bianconera per l'ex Sassuolo, vicina ai 30 milioni: stare alla Juve significa avere pazienza. E per rimanerci ne serve ancora di più, nonostante i gol.