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Klopp e Ancelotti: fermi al palo e da sconfitti. Ma vincenti per tutti

Klopp e Ancelotti: fermi al palo e da sconfitti. Ma vincenti per tuttiTUTTO mercato WEB
© foto di Image photo agency
lunedì 1 giugno 2015, 16:512015
di Marco Conterio

Stop. Per ricaricare le pile, per rigenerarsi. Perché è un mondo dove fermarsi si può, dove senza un anno di stipendi si campa, e bene, lo stesso. Soprattutto se sei Carlo Ancelotti e Jurgen Klopp, due che hanno vissuto anni intensi e forti. Sbaglia, ed è pure ipocrita, chi paragona l'universo pallonaro a quello terreno. Sono mondi diversi, e basta. Per questo il discorso e queste righe valgono quando si discute di emolumenti faraonici di uomini che, in un settore dorato, possono concedersi anche una pausa. E probabilmente lo faranno, al netto delle elezioni e delle suggestioni. Il Milan brama sempre il ritorno del Carletto nazionale, dall'altra sponda della Manica il Liverpool s'inginocchierebbe quasi davanti al doppio sogno.

Però Klopp arriva da sette intense stagioni all'ombra di uno stadio che l'ha amato, adorato, che l'ha reso quel che è. Dopo una squadra cresciuta a sua immagine e somiglianza, Klopp preferisce fermarsi anziché partire tanto per. Il Real non l'ha scelto, preferendogli Benitez. Incroci madridisti: Perez ha fatto fuori Ancelotti per puntare sull'ex azzurro, che adesso si fermerà una stagione a meno del miracolo del Diavolo. Ma, ossimori a parte, Klopp e Ancelotti hanno due storie simili, nell'ultima stagione. Un'annata da perdenti ma a testa alta. Sconfitti ma con orgoglio, col pubblico dalla propria. E non c'è addio più bello. Non c'è pausa più dolce.