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L'addio al calcio di Di Vaio. Dalla Salernitana al Bologna

L'addio al calcio di Di Vaio. Dalla Salernitana al BolognaTUTTO mercato WEB
© foto di Luca Gambuti
sabato 4 ottobre 2014, 07:152014
di Andrea Losapio

Marco Di Vaio, nella sua carriera, ha indossato maglie prestigiose. Come quella del Parma, appena prima che lo scandalo Parmalat colpisse come un tram l'intera famiglia Tanzi. Più che altro i risparmiatori, che avevano creduto in quel modello virtuoso - solo per modo di dire - e che avevano deciso di investire i risparmi per pagare i campioni che la Parmalat portava in Emilia. I venti gol dell'ultima stagione in gialloblù lo portarono a vivere la Juventus 2002-03 (quella che si fermò solo davanti al Milan, in Champions) e quella dell'anno successivo. Per poi finire al Valencia per un periodo, e imboccare la strada in discesa al Monaco: nel Principato sembrava pressoché finito, sensazione quasi confermata al Genoa, tra Serie B e A, con i rossoblù che assomigliavano all'ultimo stop di una carriera comunque interessante. Con quattordici presenze in nazionale e due gol, la presenza ai campionati europei del 2004 (quelli del famoso biscotto) e pure la vittoria, con 21 reti, della classifica cannonieri con la Salernitana, in Serie B, portata in A ai tempi di Rigobert Song.
Invece l'Italia, e soprattutto il nostro campionato, concede quasi sempre una seconda possibilità.

Così, dopo il rossoblù del Genoa - che nel frattempo si cautelarono con Diego Alberto Milito, in uno sliding door enorme pure per l'Inter del Triplete - c'è stato quello del Bologna. Dei ventiquattro gol in una stagione, dietro solamente allo Zlatan Ibrahimovic scatenato del 2009 (che lo superò solamente all'ultima giornata con un bel tacco contro l'Atalanta). Poi altre tre stagioni in doppia cifra - 41 gol - e tre al Montreal Impact, oramai terminate. Di Vaio saluta con 269 gol all'attivo fra campionati e coppe, oltre alla sensazione che, se non fosse finito al Valencia, avrebbe potuto giocare tante altre partite con la nazionale. Diventando, comunque, un simbolo per la Via Emilia: a Parma è diventato un calciatore di primissimo piano, a Bologna si è rilanciato. Alla sua maniera, sgusciando dietro al difensore e battendo imparabilmente il portiere.

Intervista a Marco Di Vaio © foto di Luca Gambuti