Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

L'addio di Inzaghi. E tre allenatori a libro paga

L'addio di Inzaghi. E tre allenatori a libro pagaTUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
martedì 16 giugno 2015, 13:302015
di Andrea Losapio

Filippo Inzaghi era oramai un allenatore interinale. Alla stregua di Benitez al Chelsea, quando la dicitura "ad interim" comparse addirittura sulle distinte pre-gara. L'ex attaccante milanista oggi è stato esonerato, dopo che le trattative per una buonuscita sono andate in fumo, più o meno come successo con Clarence Seedorf un anno fa. In questo momento, a libro paga, ci sono due allenatori. Più Mihajlovic, che è il prossimo a sedere sulla panchina rossonera. In un momento dove vengono trattati Jackson Martinez e Zlatan Ibrahimovic si potrebbe pure dire "crepi l'avarizia", poiché non sono certo i milioni di stipendio di Inzaghi il problema principale.

Semmai è continuare ad acquistare attaccanti - o almeno contrattare - di livello mondiale e porli in concorrenza. O comunque in discussione sin da subito.
Inzaghi, invece, era praticamente "esonerato" qualche mese fa, quando Brocchi sembrava pronto a subentrare. Forse per evitare un equivoco e la tentazione, possibile, di mantenere l'ex centrocampista a capo in caso di buoni risultati, il Milan ha preferito confermare Inzaghi in un finale di stagione ampiamente inutile, dove obiettivi non esistevano più, preferendo risparmiare qualche centinaia di migliaia di euro. Di fatto, seppur il comunicato sia arrivato solamente stamattina - con la freddezza che ha contraddistinto anche l'addio di Seedorf un anno (quasi) esatto fa - il rapporto era ai minimi termini da tempo, e a nulla potevano servire le ultime buone prestazioni, contro Torino e Atalanta, per rimettere in piedi la baracca.