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La corsa salvezza non esiste. Per cosa lotteranno adesso nove squadre?

La corsa salvezza non esiste. Per cosa lotteranno adesso nove squadre?TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 23 gennaio 2017, 13:002017
di Raimondo De Magistris

Pescara e Palermo hanno perso in casa, il Crotone ha pareggiato al Ferraris contro il Genoa. Una domenica come le altre, per tre squadre che in coda viaggiano con una media punti bassissima: pari o uguale al punto ogni due partite. L'Empoli quartultima anche grazie al successo di ieri ha più del doppio dei punti della terzultima: 21 contro i dieci di Palermo e Crotone. Una classifica che blocca sul nascere la corsa salvezza e pone interrogativi seri. Molto seri.

Per cosa lotteranno, adesso, le squadre tra Fiorentina e Crotone? La domanda è legittima, perché c'è un gruppone di ben nove squadre che già a fine gennaio non sembra avere più obiettivi. Potranno programmare con calma la prossima stagione, potranno far crescere i giovani. Ma non si può giocare e competere solo per questo. E' il chiaro segno di qualcosa che non funziona.

La soluzione sembra sotto gli occhi di tutti: ridurre il numero di squadre. Venti sono troppe e un campionato del genere è una ferita grave per lo spettacolo e, di conseguenza, per gli spettatori. Televisioni comprese. Bisognerebbe ridurre il numero di contendenti a 16, al massimo a 18. Tutti d'accordo? Non proprio. Perché il presidente della FIGC Carlo Tavecchio, eletto anche grazie alla promessa di una Serie A con meno squadre e più competitiva, nelle ultime settimane ha fatto un deciso passo indietro: "La Serie A a 18 squadre è utopia", ha detto. Il motivo? L'ha spiegato Galliani in una recente intervista: "Io non so se è giusto: intanto è irrealizzabile perché per scendere da 20 a 18 ci vogliono 14 voti. Io credo che non troveremo mai 14 società che decidono che due devono andare in Serie B. Credo sia irrealizzabile e l'ho detto ai vertici del calcio italiano: siccome per fare questo ci vogliono i voti di 14 club, 7-8 dei quali ogni anno rischiano di retrocedere, figurasi se votano per una riduzione".
Tutti, insomma, guardano al proprio orticello. Senza guardare oltre, perpetrando quei problemi che negli ultimi anni hanno affossato il calcio italiano.