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La genuina esultanza di Destro. Alla faccia dell'ipocrisia

La genuina esultanza di Destro. Alla faccia dell'ipocrisiaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 23 novembre 2015, 15:002015
di Marco Conterio

Bravo, Mattia Destro. Rabbia, gioia. Un'esplosione ed un concentrato di tutto questo, dopo un calcio di rigore. Non per voler mancare di rispetto alla Roma, ma anzi per dimostrare che adesso, da professionista, il suo presente è un altro. 'Scusate, ma non sorrido'. 'Perdonatemi, ma non esulto'. Ok, le memorie di Gabriel Omar Batistuta e delle sue lacrime dopo il gol alla Fiorentina sono dovute e comprensibili. Idem la mancata esultanza passata di Vincenzo Montella contro la Sampdoria oppure quella di Antonio Di Natale con l'Empoli.

Però è vero rispetto o ipocrisia, non sfogare la propria gioia, la propria voglia, il proprio amore per la maglia per cui si gioca, come spesso fanno calciatori che solo per qualche mese hanno indossato una casacca o vissuto, si fa per dire, una città? Esultare come ha fatto Destro non è una mancanza di rispetto verso Roma, cosa che in queste ore nella Capitale gli è rinfacciata con parole aspre e dure. Nella Capitale non ha avuto i suoi spazi e non è certo stato bandiera amata e neppure innamorata del giallorosso. E' un calciatore, un professionista, e dunque viva l'essere genuini, spontanei. Liberarsi di un macigno che ti opprime, di quel gol che ti manca, che cerchi con tutto te stesso, togliendosi la maglia (e la regola del giallo è sempre e comunque folle) per esultare sotto i tuoi tifosi. Quelli del presente. Sarebbe cambiato qualcosa, alla fine del risultato, del campionato, se non avesse esultato? Niente. Ha solo gioito per una rete pesante per il Bologna e per i suoi tifosi.