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La lezione di Guardiola

La lezione di GuardiolaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 22 ottobre 2014, 07:002014
di Raimondo De Magistris

Che Josep Guardiola non fosse allenatore che viva e sopravviva grazie ai successi del passato lo si era già capito in questo avvio di stagione del Bayern Monaco. Dopo essersi immerso poco più di un anno fa in una realtà totalmente diversa da quella del Barcellona, il manager catalano al Bayern Monaco ha cominciato un lavoro di sintesi tra il suo tiki-taka e l'essenzialità tedesca che specialmente quest'anno - anche alla luce di una campagna acquisti che ha portato in Baviera calciatori del calibro di Benatia, Xabi Alonso e Lewandowski - sta dando frutti decisamente prelibati.
Guardiola rispetto a una passata stagione in cui ha comunque conquistato quattro trofei ha cambiato l'assetto, ha costruito una squadra più camaleontica in grado di cambiare volto a gara in corso e cambiare pelle a seconda degli avversari. E' accaduto ciò anche ieri sera, col manager catalano in grado di vincere la sfida con Rudi Garcia ancor prima del fischio d'inizio. Al momento delle formazioni ufficiali la distinta UEFA recitava di un Bayern schierato col 4-2-3-1, ma all'Olimpico la squadra ospite è fin da subito scesa in campo con un 3-4-3 decisamente offensivo che ha mandato in tilt la Roma.
Gli esterni di centrocampo Bernat e Robben hanno giocato sulle linee laterali, una mossa studiata per allargare la difesa della Roma, mettere in difficoltà i terzini nell'uno contro uno e, all'occorrenza, spostare il gioco al centro dove in alcune fasi della gara s'è creata una pericolosa e costante superiorità numerica.

A tutto ciò s'è aggiunta la maggiore forza del Bayern, una squadra che ha senza dubbio maggiore qualità ed esperienza europea della Roma, ma che di certo non vale sette volte la squadra di Garcia.
Ieri, insomma, la sconfitta è maturata in panchina ancor prima che in campo, come apertamente ammesso anche dallo stesso Rudi Garcia al termine della partita: "Il primo ad aver sbagliato questa sera sono io, perché ho sbagliato la strategia. Dovevamo aspettare di più e chiuderci di più". Parole e riflessioni di cui far tesoro in vista della gara di ritorno.