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Lapadula: "Negli anni ho visto compagni lasciare. Io ci ho sempre creduto"

Lapadula: "Negli anni ho visto compagni lasciare. Io ci ho sempre creduto"
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
giovedì 30 marzo 2017, 21:152017
di Gaetano Mocciaro

Il sito redbull.com ha intervistato Gianluca Lapadula, che ha raccontato la sua escalation fino al Milan attraverso campionati minori, la parentesi in Slovenia e il fallimento del Parma: "Negli anni ho visto tanti compagni cambiare strada perché non riuscivano a pagarsi un affitto fuori casa o non arrivavano a fine mese. Io sono sempre stato positivo, il mio cuore ci ha sempre creduto anche quando ero rimasto l’unico. Forse era giusto passare tutto quello che ho passato per capire cosa significa arrivare in alto".

"Ho avuto momenti in cui mi sono detto: 'Ma chi me lo fa fare?'. Mi ricordo una sequenza incredibile: arrivo agli Allievi nazionali del Treviso e il Treviso fallisce. Vado in C2 a Vercelli e l’anno dopo fallisce, poi vado all’Ivrea e fallisce, poi all’Atletico Roma in C1 che fallisce, l’anno dopo vado a Ravenna e fallisce anche il Ravenna. In un anno ho dovuto superare due fallimenti".

Lapadula ricorda con piacere il suo primo gol fra i professionisti col Ravenna: "Giocai quella partita solo perché tutti gli altri attaccanti erano rotti. L’allenatore prima di mettermi in campo mi dice “Lapa che devo fare, sono tutti rotti, devi giocare tu”. La mia motivazione era a terra. Nel primo tempo ero in mezzo a due difensori centrali che erano alti il doppio di me. Nell’intervallo vado dal mister e dico: “Mister non mi cambiare. Lui mi risponde: Ma che dici, non hai toccato una palla”. Io però avevo la sensazione di dover rimanere in campo. Al 70esimo fanno l’1-0, all’82esimo prendo palla a centrocampo, salto un uomo, ne salto un altro, tiro una stecca, palo, gol. Primo gol nei professionisti contro la Salernitana in una partita in cui ho giocato perché tutti gli altri erano rotti. Un momento del genere non si può spiegare".