Lavezzi cavallo di ritorno.. tra l'azzurro e il nerazzurro

Non è mai stato un tipo facile da gestire. Impossibile stargli dietro per i difensori avversari, complicato gestire le intemperanze fuori dal rettangolo verde che pure non hanno mai pregiudicato un rendimento che ha sempre parlato per Ezequiel Lavezzi molto più di quanto El Pocho effettivamente non faccia dietro ad un microfono. Fatti eloquenti quindi, esattamente la stessa scuola di pensiero che ha contraddistinto le ultime ore dell'argentino: deciso più che mai a cambiare le sorti della propria carriera abbandonando quel Paris Saint Germain cui si voleva legare con un rinnovo di contratto ma che alla riprova dei fatti non lo ha voluto sino in fondo. Le alternative del resto, per uno così non possono che inseguirsi nel tentativo di superarsi.

Ora stuzzicando la nostalgia di un eroe di Napoli che un'estate decise di scappare dagli eccessi di affetto di un popolo che viveva in simbiosi con lui; ora flirtando con Mancini, l'Inter e quella Milano in cui fugge non appena ne ha la possibilità. Due realtà che ritrova in momenti profondamente diversi rispetto ai tempi in cui aveva abbandonato il calcio italiano, e che lo stimolano ugualmente seppur in maniera diametralmente opposta. L'unica certezza è da una parte la difficoltà di portare a termine l'operazione convincendo il Psg e dall'altra la fortissima volontà di provarci per coronare un sogno di mercato. Uno abituato a parlare con i fatti.