Libidine senza fiocchi. Ventura, futuro ad un bivio
Giampiero Ventura ha rinnovato con il Torino fino al 2018 ma oggi, che il domani pareva solido e stabile, i tremori dell'incertezza ballano sotto la panchina dei granata. Ha avuto una squadra voluta e desiderata nei dettagli, Mister Libidine. Una difesa dove Kamil Glik è stato confermato, dove la proprietà ha detto di no alle sirene per Nikola Maksimovic, dove pure Bruno Peres è rimasto a fronte delle richieste di Porto e Roma. E davanti è tornato anche Ciro Immobile, per completare il quadro dei desideri di Ventura. Però i conti, sul campo, non tornano, e per questo piovono i fischi dagli spalti dopo i fiaschi sul rettangolo di gioco. Uno scenario forse ingeneroso, per quanto fatto nella storia granata da Ventura. Per quanto fatto pure dalla proprietà in stagione. Però al cuor non si comanda, figuriamoci all'istinto.
Premesse e promesse non sono state rispettate, o almeno i sogni covati nell'animo del tifoso dopo le conferme e dopo gli innesti. Così da più parti arrivano sirene di possibili sostituti e cambiamenti, sulla panchina del Torino. Moreno Longo, per il vento nuovo di Primavera. Walter Mazzarri e Cesare Prandelli per i sogni di gloria, Eugenio Corini per una certezza ed una scommessa insieme. Ventura può ritrovare la libidine perduta solo sul rettangolo, facendo quadrare i conti e soprattutto i risultati. Ha tutti gli effettivi e le capacità per farlo. Ed il rinnovo, talvolta, non regala certezze.