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LIVE TMW - Benitez: "Il mio ciclo si chiude". ADL: "Saluta anche Bigon"

LIVE TMW - Benitez: "Il mio ciclo si chiude". ADL: "Saluta anche Bigon"
giovedì 28 maggio 2015, 13:592015
di Luca Bargellini
PREMI F5 PER AGGIORNARE LA PAGINA

Prendono la parola il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e il tecnico Rafael Bentiez. I due faranno il punto ad una giornata dal termine del campionato sulla stagione del club partenopeo. Con un occhio, chissà, anche al futuro.

Spazio a Benitez: "Il mio è un contratto di due anni con il Napoli. Un contratto che si chiuderà domenica con la gara contro la Lazio. Voglio dare addio a questi club con una vittoria e con una qualificazione in Champions League".

Parola ad Aurelio De Laurentiis: "Già dal primo incontro Rafa mi ha conquistato per la sua internazionalità. Mi dava le garanzie di cui avevamo bisogno. Ho letto in questi giorni informazioni sballate. Con lui abbiamo siglato un accordo annuale, con opzione per la stagione successiva da attivare o meno. Questa è una garanzia perché ti permette di evitare situazioni antipatiche al momento dell'uscita. Rafa è stato subito d'accordo e quando io ho esercitato l'opzione per la seconda stagione mi ha fatto subito capire che sarebbe stato l'ultimo perché la famiglia lo voleva più vicino. Anche con Mazzarri c'è stata una situazione simile, è un gioco fra le parti. E' una corrida a cui partecipa la stampa ma che coinvolge anche i tifosi che possono essere disinformati".

Domanda per Benitez, perché ho deciso di lasciare? "La prima cosa è la lontananza dalla famiglia. Qualche settimana fa ho parlato con mia moglie, cercando di convincerla, ma ho detto poi ad Aurelio che non sarebbe stato facile. Lui doveva guardare avanti e io lo stesso, provando a vincere fino alla fine. La famiglia è stata alla base della mia scelta, ma voglio di più come tutti gli allenatori. Dico questo conoscendo le regole del Financial Fairplay".

Domanda per De Laurentiis, rifondazione azzurra? "Non è giusto parlare di rifondazione ma di rinnovamento. Il mio obiettivo è l'internazionalizzazione del Napoli, ma per riuscirci non serve vincere lo scudetto. Quest'anno mi sono sbilanciato e ho disatteso le mie parole. Noi per il sesto anno consecutivo saremo l'unica squadra italiana in Europa. Il nostro progetto di internazionalizzazione sta dunque andando avanti. Noi però siamo il Napoli, fatturiamo un terzo di Juventus, Milan o Borussia Dortmund, e non possiamo pensare di pagare stipendi di altissimo livello oltre il cartellino. Noi al 30 giugno probabilmente andremo in perdita di 20 milioni di euro. A breve presenteremo il nostro progetto di fattibilità per lo stadio. Questo significa avere impostazioni importanti per il futuro. Dopo 11 anni poi voglio creare un settore giovanile con una struttura apposita, alla pari con i migliori club europei. La realtà italiana poi è complessa, molto diversa da altre. In Inghilterra avremmo già vinto la Champions? Chissà! Forse. Grazie a Benitez negli ultimi due anni siamo l'unica squadra italiana a vincere due trofei. Dopo la Juventus ci siamo noi. Dobbiamo tenere conto di questa situazione".

Domanda per De Laurentiis, il futuro di Bigon? "Dopo sei anni credo che sia normale aver voglia di cambiare aria. Riavvicinarsi al nord, alla sua famiglia dopo l'esperienza a Reggio Calabria e Napoli credo che sia normale. L'ho ringraziato per tutto quello che ha fatto per il Napoli".

Domanda per Benitez, se mi aspettavo di vincere di più a Napoli? "Credo che tutti sappiamo quando sia forte la Juventus. Lo abbiamo visto anche grazie alla finale di Champions che hanno conquistato. Abbiamo però vinto due trofei, uno di questi contro di loro. E' difficile avere continuità quando l'altra società è forte e con dei momenti della stagione che potevano avere un esito diverso. Come ha detto De Laurentiis sono convinto che questo sia un club forte, uscito dalle coppe per degli episodi. Questo però non cambia il lavoro fatto, con una qualificazione in Champions League ancora in ballo".

Domanda per De Laurentiis, per la panchina cerca ancora un profilo internazionale? "Il prestigio è qualcosa che abbiamo dentro, non è un problema di nazionalità ma di cultura e mentalità, di diventare napoletani in breve tempo. E' una condizione dello spirito essere napoletano, noi siamo un club forte ed in espansione e siamo felici di aver avuto Benitez, lo spagnolo che dominò a Napoli come gli spagnoli a Napoli. Eravamo il regno più potente d'Italia prima che quel paraculo di Camillo si fottesse tutto..."

Domanda per De Laurentiis, le ultime vicende del mondo del calcio? "Il calcio è in mano a persone atte a mantenere la situazione attuale. Non sono innovatori, sia che si tratta di Serie D o di FIFA. Platini, ad esempio, è un monarca e non si rende conto delle realtà delle varie nazioni. Mi sono scontrato con i suoi uomini e anche con i dirigenti italiani. Ci diamo i premi fra di noi senza mai seminare niente per il futuro. Dobbiamo diventare un faro per le prossime generazioni. Dobbiamo essere un esempio. Servono società con maggiore voce in capitolo. Non possiamo farci portare per mano dalla UEFA che da un contentino in denaro".

Domanda per De Laurentiis, che profilo avrà il nuovo tecnico? "Deve condividere le mie idee, con un rapporto che è scattato subito, fin dal primo incontro a Londra. Per il nome avremo presto una risposta. Vi prometto che dalla prossima settimana dopo un giro legato alle mie iniziative sul fronte del cinema riaprirò i colloqui con la stampa per evitare il toto allenatori".

Domanda per Bentiez, se si sente adatto al calcio italiano? "In Spagna mi definiscono difensivista ma fra Chelsea, Liverpool e Napoli ho sempre superato le cento reti. In Itali c'è chi dice che non sono adatto, ma con l'aiuto di altre persone ho vinto due titoli in due anni. In generale io mi sento adatto al calcio".

Domanda per Benitez, la pressione dei media sul mio futuro? "Adesso sono concentrato sul Napoli ma dopo la gara di domenica avrò il tempo di pensare al mio futuro. Capisco la pressione dei media, ma adesso conta solo il Napoli".

Domanda per Benitez, come mi immagino il mio futuro? "Sono un allenatore giovane, con voglia di vincere. La decisione di chiudere l'avventura al Napoli è legata soprattutto alla famiglia, ma la voglia di fare è la stessa. Il futuro non lo decido da solo".

Domanda per Benitez, il messaggio per il futuro del Napoli? "Sono convinto che il club, la città e i tifosi riusciranno tutti insieme, spalla a spalla, a trasformare il Napoli nella società più importante".

Domanda per De Laurentiis, cosa pensa della gara con Lotito che vale introiti importanti. Quanto influiranno? "Ho già detto prima che ho stanziato soldi miei per lo stadio che è un minus fortissimo per la mia società, al di là dei giocatori. Tutti dicono che ci vogliono giocatori locali, quindi la cantera diventa importantissima. Creeremo una catnera, una struttura con sei campi regolamentari, una scuola per farli crescere su un terreno di 20 ettari. Con Benitez s'è costruita una squadra che ha potenzialità e faremo gli innesti giusti a centrocampo, sulla fascia destra, i difensori centrali e poi vedremo il nuovo allenatore come giocherà e se vorrà un regista".

Domanda per De Laurentiis, al posto di Bigon che ha salutato? "Bisognerà vedere se un ds basterà per gestire quello di cui abbiamo bisogno. Il ds e lo scout sono qualifiche che hanno fatto il loro tempo".

Domanda per De Laurentiis, nuovo allenatore-manager? "In Italia l'allenatore deve fare l'allenatore. Poi in altra sede spiegherò perché in Inghilterra funzionano gli allenatori-manager".

Domanda per De Laurentiis, il mercato? "Spende tanto non vuol dire spendere meglio. Basta pensare a quanto la Juventus ha speso per Tevez e Pogba".

Domanda per Benitez, cosa mi porto dietro dall'avventura italiana? "Tante cose. Ogni anno si imparano nuove cose. Ogni anno imparo dai dirigenti, dai giocatori, dalla stampa e dai tifosi. Sono stati due anni intensi".