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Low, la Germania e l'arte di sentirsi infinitamente superiori

Low, la Germania e l'arte di sentirsi infinitamente superioriTUTTO mercato WEB
venerdì 1 luglio 2016, 20:502016
di Andrea Losapio
Dall'inviato a Bordeaux

C'è stato un momento, nella conferenza stampa di Joachim Low, che lo ha lasciato fermo a pensare a cosa rispondere. Domanda semplice: "Pensava che l'Italia potesse riprendersi così bene dopo l'amichevole - vinta per 4-1 dalla Germania, ndr - di marzo e combattere ad armi pari per una semifinale?". Cinque secondi di silenzio. "Ja". Sì. Perché l'Italia, come ha spiegato lo stesso commissario tecnico, sente la fiducia mano a mano che si avvicina all'obiettivo, crescendo a dismisura dopo gli ottavi di finale. La sensazione è però sgradevole perché pare che la Germania abbia già in tasca la vittoria. Vero è che sono infinitamente superiori, ma nelle altre domande, fra Ozil e Low, appare un certo ottimismo.

Sarà teoria dei grandi numeri, sarà l'essere campioni del mondo, sarà che l'Italia ha troppi infortunati per essere vera. E proprio nella domanda su Daniele De Rossi traspare tutta la sfrontata sicurezza di una vittoria domani. "Non so se giocherà, è un calciatore importante ma è infortunato". Insomma, quel non essere concentrato sul fatto che un calciatore chiave della compagine di Antonio Conte possa o meno scendere in campo è sintomo di vittoria. È credere di essere superiore. Delle due l'una: o è pretattica, ma non avrebbe senso per togliere le castagne dal fuoco agli avversari, oppure la certezza che domani può capitare qualsiasi cosa, ma alla fine sarà la Germania a uscire vincitrice. Forse è solo questione di sentirsi infinitamente superiori, come nel 2006 o nel 2012.