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Lulic e i falsi positivi. I perché del Petkovic in bilico

Lulic e i falsi positivi. I perché del Petkovic in bilicoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
martedì 5 novembre 2013, 07:152013
di Andrea Losapio

Cosa cambia un gol al settantunesimo di un ventisei maggio altrimenti anonimo, all'Olimpico di Roma? Tutto, probabilmente, anche l'assetto di una città che vedeva in bilico la sfida fra giallorossi e Lazio, in una sfida verbale che fino al 2013 non aveva via d'uscita. Invece la rete di Lulic ha cambiato sia la geografia che l'agiografia di una città che nel calcio vede un polmone di sfogo, nonostante lo strapotere delle società del Nord che raccolgono scudetti a più non posso, mentre i trofei capitolini vengono esibiti come vessilli per anni e anni. Così, dopo lo scudetto della Lazio nell'anno del Giubileo e l'immediatamente successivo tricolore firmato Totti Batistuta Montella, serviva il settantunesimo del 26 maggio 2013 a spostare gli equilibri. Perché il derby è come una finale, e se è una finale vale doppio, triplo. Addirittura quadruplo, perché giocato all'Olimpico in una sorta di campo neutro che era tutt'altro. Vita o morte, conferma o esonero.
Si giocavano tutto pure gli allenatori, da una parte Andreazzoli - che però era già in odore di cacciata - e dall'altra Petkovic. Che dopo un inizio di stagione esaltante aveva pagato dazio con il mercato di gennaio, cervelloticamente sbagliato come tutte le finestre invernali da parte dei biancocelesti. Stavolta, con il gol di Lulic, la dirigenza ha pensato che la squadra fosse già competitiva.

Evitando grossi sforzi, se non per un Felipe Anderson che finora non ha dato grossi segnali, oppure un Lucas Biglia che a centrocampo si deve ancora ambientare. Niente in difesa, reparto assurdamente vecchio e sempre più in difficoltà, Perea in attacco, e sinceramente non vale l'acquisto di Burak Yilmaz, prima sbandierato poi naufragato per una questione di commissioni. Petkovic, che a un certo punto era stato accostato pure al Borussia Dortmund (ma Klopp ha rinnovato fino al 2018), è rimasto nonostante alcune perplessità sulla rosa, in virtù di un contratto biennale poi non rinnovato. E che difficilmente lo sarà, dopo che l'inizio dell'attuale campionato è stato tutt'altro che brillante. Va detto che mezza squadra era in infermeria - o lo è tuttora - ma Lotito crede di dovere cambiare, perché l'organico è decisamente migliore della attuale posizione in classifica. Probabilmente, invece di lamentarsi per le spettanze di agenti o procuratori, oppure richiedere cifre folli per calciatori come Floccari, dovrebbe adattarsi e provare ad arrivare in Champions League, troppe volte lisciata per mancanza d'investimenti nei momenti topici della stagione. Insomma, servirebbe smettere di sopravvalutarsi e credere ai falsi positivi. Che sia un pareggio con il Milan o un gol di Lulic al settantunesimo dell'anno precedente.