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Lulic, è razzismo e non di facciata. Quante giornate di squalifica?

Lulic, è razzismo e non di facciata. Quante giornate di squalifica?TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
lunedì 5 dicembre 2016, 15:002016
di Andrea Losapio

Fosse stato un portiere, per Senad Lulic parleremmo di un'uscita a vuoto. Oppure di un autogol a causa di una zolla, di uno stop errato, di uno sbaglio clamoroso. Soprattutto perché due anni fa Antonio Rudiger giocava in nazionale tedesca, dopo avere vinto l'Europeo under21 solamente la stagione prima. Scherzi a parte, è difficile anche commentare le parole che Lulic ha espresso, con una pochezza desolante, prendendo in prestito il peggiore dei luoghi comuni - no, non è vero, avrebbe potuto invocare terrorismo o trafficanti di droga - su calzini e accendini, riducendo il difensore teutonico a un "vu cumprà" ante litteram.
Ora sono arrivate le scuse, ma forse è una toppa peggiore del buco.

Soprattutto perché probabilmente Lulic, proveniente da una terra dilaniata dalla guerra degli anni novanta come la Bosnia, fino a ieri ha davvero pensato quelle cose, perché chi non riesce a ragionare così poi non riesce a utilizzare certe frasi. Il calcio è certamente sfottò, ma sta diventando un affare di stato, poi spostato anche in altri campi come la politica. Lulic rischia di essere, suo malgrado, il simbolo di tutto questo: Alberto Grassi, sul terreno di gioco, chiamò "Vu cumprà" il suo avversario, prendendo dieci giornate di squalifica (poi ridotte a cinque con "servizi sociali" indotti dall'Atalanta presso una struttura idonea). Quindi ora bisogna capire: si può dire tutto e passarla sempre liscia? Oppure, forse, è anche ora di mettere di fronte le persone alle proprie responsabilità, pure se sono calciatori di un ottimo livello e per una grande squadra?