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Lulic, quando Orwell colpisce ancora. Tempistiche da commedia

Lulic, quando Orwell colpisce ancora. Tempistiche da commediaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 23 dicembre 2016, 13:002016
di Andrea Losapio

Se non ci fosse da piangere, sarebbe tutto da ridere. La squalifica di Senad Lulic, jolly della Lazio, ha qualcosa della commedia all'italiana. Anzi, dell'aggiustamento all'italiana, per dirla meglio. Ricapitoliamo: dopo il derby, di fronte comunque a una provocazione, Lulic dà del venditore di calzini e cinture a Rudiger, difensore di colore della Roma. Ovviamente chiunque provi a sostenere che non è un'affermazione razzista può tranquillamente ritornare a studiare le figure retoriche - ma non solo quelle - anche perché è di una gravità assoluta. Il putiferio susseguente fa sorridere, perché c'è già un precedente che dovrebbe fare giurisprudenza: quello di Alberto Grassi, centrocampista dell'Atalanta, "condannato" a dieci giornate di squalifica, scontate a cinque (ma con servizi sociali), per un "alzati vu cumprà" durante una partita di Primavera nerazzurra contro l'Hellas Verona. Doveroso squalificarlo, come sarebbe stato corretto concedere dieci giornate a Lulic: invece la squalifica sembra proprio da "giustizia a orologeria", per usare un termine tanto caro alla politica italiana, perché arriva il giorno dopo l'ultima partita dell'anno, contro l'Inter, e prima di una gara come quella contro il Crotone: 20 giorni con le vacanze di Natale significa saltare una partita di campionato, in casa, di fronte alla società meno blasonata d'Italia.

Quindi Lulic ha, di fatto, preso un turno di squalifica per una frase intrisa di razzismo, con l'aggravante che non sia arrivata a bocce ferme, ma dopo la partita, quando il testosterone oramai avrebbe dovuto fare il proprio corso. Nemmeno la Coppa Italia, il diciotto gennaio contro il Genoa, verrà saltata.
Insomma, una squalifica ad hoc, quasi studiata a tavolino, con un'ammenda da dieci mila euro... più o meno una multa per aver parcheggiato male, se paragonato a uno stipendio normale. Insomma, la domanda successiva è: "Ma se fosse stato di qualunque squadra, e non di una delle due romane, la giustizia avrebbe agito così?". Un quesito da Fattoria degli animali per cui la risata sarebbe l'unica risposta, ma sarebbe amara. Quasi da pianto.