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Mancini come Capello, Lippi e Trap: la minestra riscaldata è indigesta?

Mancini come Capello, Lippi e Trap: la minestra riscaldata è indigesta?
giovedì 30 ottobre 2014, 08:302014
di Alessandra Stefanelli

Roberto Mancini ancora sulla panchina dell'Inter? Sì secondo quanto emerso ieri dagli studi di Sportmediaset, dove Maurizio Pistocchi si è detto certo del ritorno in nerazzurro del tecnico jesino. I tifosi, che non hanno mai amato Walter Mazzarri, non disdegnerebbero certamente l'ipotesi e non solo per i tanti trofei vinci da Mancini in nerazzurro (3 Scudetti, 2 Coppe Italia e una Supercoppa). Ma ricorrere a un cavallo di ritorno è davvero utile? Proviamo a ripercorrere insieme le più famose minestre riscaldate della storia. La lista è lunga e piena di nomi illustr: Trapattoni, Lippi, Capello, Boskov, Sacchi, Bianchi, Zeman sono solo alcuni degli allenatori che hanno lasciato le loro panchine dopo grandi trionfi e che al loro ritorno spesso hanno deluso, non riuscendo quasi mai a replicare i successi passati.

Trapattoni ha allenato la Juventus per un decennio vincendo praticamente tutto. Poi cinque anni all'Iter e il ritorno in bianconero nel 1991 fino al 1994. Il bottino consta di una sola Coppa Uefa, poca roba rispetto a quanto vinto in precedenza (6 scudetti, 2 Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, una Coppa Uefa e una Supercoppa Europea). Anche Capello al Milan non riuscì a costruire un nuovo ciclo vincente, chiudendo al decimo posto dopo il ritorno in rossonero. Lippi è stato protagonista di due ritorni, alla Juve e alla Nazionale italiana. Non deludente quello in bianconero, disastroso quello in azzurro con la clamorosa eliminazione della sua Italia alla fase a gironi del Mondiale in Sudafrica. Da dimenticare anche le nuove avventure di Zeman alla Roma, di Bianchi al Napoli e di Boskov alla Sampdoria.

Insomma, tornare sul luogo del delitto è sempre un rischio, specie se la rosa a disposizione non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella avuta alla prima esperienza (è il caso, ad esempio, di Capello). Mancini, che secondo i bene informati avrebbe già dato il proprio consenso di massima) troverebbe una squadra molto simile alla sua prima Inter, anche se forse più giovane e meno esperta. Saprà essere all'altezza della sfida.