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Mandorlini saluta Verona. A mali estremi, estremi rimedi. Dopo sei anni

Mandorlini saluta Verona. A mali estremi, estremi rimedi. Dopo sei anniTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 1 dicembre 2015, 08:302015
di Ivan Cardia

Duecentosedici partite dopo, Andrea Mandorlini e il Verona si dicono addio. Finiscono così, dopo sei pareggi e otto sconfitte nel campionato in corso, i sei anni d'amore fra il tecnico ravennate e la società scaligera, un rapporto fatto quasi solo di alti dal punto di vista del risultato, con qualche basso in questa stagione e prima ancora nel rapporto fin troppo stretto con la piazza, anche quando si trattava di cantare un coro stonato. Da domani, il Verona di Setti navigherà in un mare sconosciuto: dal 2012 a oggi, c'è stato solo Mandorlini per l'imprenditore di Carpi. È stata una grande avventura, per entrambi: per il tecnico è stata l'occasione di tornare in Italia dopo i due anni al Cluj, ripartendo dalla Lega Pro ma con un progetto serio e che ha dato subito i suoi frutti. Per il patron, la possibilità di portare la squadra nel calcio che conta, dalla Prima Divisione alla Serie A nel giro di tre stagioni. Promozione al primo tentativo dalla terza serie alla cadetteria, seppur passando per i play-off, poi il quarto posto in Serie B al secondo anno e la nuova promozione in A al terzo. Percentuale di vittorie sopra il 50% nei due anni di B, appena più bassa in quelli di A, costellati di tante soddisfazioni: perché, oltre al sodalizio con Setti, nasce anche quello con Luca Toni.

Dato per bollito da troppi, il bomber di Pavullo nel Frignano viene rivitalizzato dalla cura Mandorlini, che gli affida la guida morale della squadra e ne fa l'unico terminale del gioco scaligero, utile anche per i compagni oltre che sotto porta. 20 gol nel 2013-2014, 22 nella stagione successiva: Toni trascina il Verona, Mandorlini ottiene un decimo e un tredicesimo posto. Per intendersi, bisogna ritornare al 1999-2000 per trovare il Verona più in alto in classifica, quando in panchina vi era un certo Cesare Prandelli. L'infortunio dello stesso Toni, oltre a un dualismo non del tutto convincente con l'amico, ma incompatibile come partner d'attacco, Giampaolo Pazzini, è soltanto la più evidente spiegazione per una stagione nata storta e che rischia di proseguire peggio: 6 punti in classifica, per i gialloblù risalire la china non sarà facile, con o senza Mandorlini, forse troppo legato alla squadra per adottare le soluzioni drastiche che potrebbero servire, forse l'unico da poter cambiare non potendosi sostituire 25 giocatori. A mali estremi, estremi rimedi, si dice: Setti, che nella sua carriera di proprietario del Verona non ha conosciuto altri che Mandorlini, è costretto a cambiare. Perché duecentosedici partite valgono una carriera, ma anche l'amore più forte può finire, senza una vittoria in quattordici gare.