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Metti a Cassano: Montella torna alla Samp. Con un rebus da risolvere

Metti a Cassano: Montella torna alla Samp. Con un rebus da risolvereTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
sabato 14 novembre 2015, 07:202015
di Ivan Cardia

Vincenzo Montella e la Sampdoria: un matrimonio che s'è rifatto, dopo gli anni felici dell'aeroplanino in blucerchiato. Ma come giocherà la squadra di Ferrero, con l'ex tecnico della Fiorentina in panchina? Partiamo proprio dall'esperienza gigliata: 4-3-3 modulo base, con sporadiche concessioni al 4-3-1-2 e al 3-5-2. Stessi moduli impiegati anche a Catania, dove però la difesa a 3 è stata utilizzata in più occasioni. Cerniera centrale a tre uomini, che sappiano coniugare qualità e quantità, questo è un dato tipico delle squadre di Montella: un regista basso a creare gioco e due interni che alla gamba (utile in transizione, sia offensiva che difensiva) sappiano unire il piede.

Per quanto riguarda il ruolo di regista, il nome giusto nella rosa doriana sembra quello di Angelo Palombo, ma non è da escludere che Montella possa puntare su Fernando in questo ruolo. Facile individuare uno dei due interni in Edgar Barreto, l'altro potrebbe essere, se non lo stesso Fernando (che all'allenatore piace parecchio, non a caso l'avrebbe voluto allenare già a Firenze), Roberto Soriano; su cui, però, vi è da aprire un capitolo a parte. Con Mihajlovic ha fatto benissimo da trequartista, un ruolo che sembra escludo ipotizzando il 4-3-3. E in effetti la rosa della Samp sembra costruita più per il 4-3-1-2, anche per un discorso relativo alle punte, che approfondiremo a breve. In ogni caso, Soriano sarà quasi sicuramente un elemento fondamentale nel Doria: la principale alternativa è rappresentata da Carlos Carbonero, anche lui sia interno che trequartista, ruolo quest'ultimo in cui avrà le sue belle possibilità anche Joaquin Correa.

Dire che Emiliano Viviano sia a rischio è forse esagerato, ma un precedente fa pensare: a Firenze Montella lo mandò in panchina per fare spazio a Neto, a Genova c'è Alberto Brignoli che scalpita, il dubbio è legittimo. In difesa lo schieramento, come detto, dovrebbe essere a quattro in linea: con la difesa a tre, d'altra parte, si aprirebbero autostrade sulla fascia per Lorenzo De Silvestri e Djamel Mesbah (o Vasco Regini, a seconda dei casi). È l'attacco, come sempre, il reparto in cui si può discutere a lungo: un'eventuale coppia Eder-Luis Muriel non sarebbe certo male, che si tratti di 3-5-2 o 4-3-1-2. Con il 4-3-3, viceversa, uno dei due sarebbe leggermente sacrificato sulla fascia, inserendo magari il giovane Federico Bonazzoli sull'out opposto. E arriviamo al vero interrogativo, forse uno dei più grandi, almeno a livello tattico, della stagione blucerchiata: Antonio Cassano. Il talento di Bari Vecchia non era certo desiderato da Zenga, che lo ha schierato col contagocce, ma è stato fortemente voluto da Ferrero e il suo scarso impiego è stato il primo punto su cui il rapporto fra i due ha vacillato. Arrivato Montella, qualcosa potrebbe (dovrà?) cambiare: "Non so se le nostre strade si incroceranno, però lo conosco abbastanza bene e non ho la curiosità di allenarlo, glielo dico col sorriso". Parole e musica dal 2012, quando Montella allenava la Fiorentina e ritrovava da avversario, nell'Inter, il vecchio partner d'attacco. I due si conoscono dai tempi di Roma, quando hanno condiviso lo spogliatoio per oltre quattro anni, screzi veri e propri non ne risultano (un battibecco in un Samp-Catania di qualche tempo fa, subito risolto), anzi pare che in giallorosso fossero in ottimi rapporti, anche dopo la rottura con Totti. Se Cassano è in forma, o messo in condizione di rientrarvi, diventa difficile fare a meno di un giocatore del genere: a 33 anni, rivederlo in un tridente è quasi impossibile, ma reinventarlo da trequartista puro è il sogno, mai coronato, di tanti fra gli allenatori che lo hanno allenato. Dargli centralità per riportare la fantasia al potere, uno dei compiti di Montella. Che potrebbe dare retta a uno slogan di qualche anno fa.