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Mezza Serie A all'Arsenal... per questione di bilancio

Mezza Serie A all'Arsenal... per questione di bilancioTUTTO mercato WEB
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
mercoledì 6 novembre 2013, 07:152013
di Andrea Losapio

Hernanes, Fernando Llorente, Jorginho, Blerim Dzemaili, Gokhan Inler. Ma anche Stephan El Shaarawy e Juan Cuadrado. L'Arsenal di Wenger assomiglia sempre di più a una squadra jolly sul mercato, un prezzemolo su qualsiasi giocatore che milita nel calcio italiano che possa vantare una certa fama e che potrebbe cambiare maglia a breve giro di posta. Un po' per ambizione, un po' per momento contingente, dopo che i Gunners hanno speso cinquanta milioni per l'acquisto di Mesut Ozil, e che a gennaio potrebbero investirne altrettanti per l'approdo di Luis Suarez, vicinissimo in estate ma che alla fine non ha cambiato casacca. Il tedesco però è stato l'acquisto dell'anno, almeno per questo primo scorcio di campionato, dove sia in Premier che in Champions League la compagine biancorossa ha dato spettacolo.
Si tratta però di una netta inversione di rotta per l'Arsenal, che negli ultimi dieci anni non ha avuto una singola annata in rosso, chiudendo il bilancio sempre in attivo. Questo perché agli inizi del millennio è stato approvato il piano per la dismissione di Highbury per la costruzione di un nuovo impianto ad Ashburton Grove, quello che è l'attuale Emirates Stadium, inaugurato poi nel 2006. Il mutuo per l'impianto scadrà sì nel 2031, per una cifra di circa 19 milioni di sterline all'anno, ma l'attuale fatturato dei Gunners fa sì che non ci siano grossi problemi per ripagare completamente gli oneri - e gli interessi - dovuti per la costruzione dello stadio.
Come può una società spendere però così tanto per un calciatore come Ozil, soprattutto considerando che il proprietario non è certo uno sceicco oppure un facoltoso russo come Abramovich o Ryboblev? In primis la diaspora vista in estate, con parecchi stipendi altissimi come quelli di Arshavin, Gervinho, Chamakh e compagnia cantante risparmiati con cessioni verso la Premier - Crystal Palace - o all'estero, come il russo allo Zenit o l'ivoriano alla Roma. Ma non solo.
Il fatturato dello scorso anno recita 235 milioni di sterline, quello del 2013 di 242. Sempre più in crescita come tutti gli introiti del sistema calcio, dall'Italia alla Spagna, passando proprio per l'Inghilterra. Con una differenza: nei paesi latini spesso e volentieri gli introiti derivano per la maggior parte dalle prime tre quattro in classifica, soprattutto i bonus interni che vengono spartiti fra tv e premi in base al bacino d'utenza.

Invece la Premier League - e pure la Bundesliga - qualora ci fosse uno switch off dopodomani da parte di tutte le tv, resisterebbero senza grossi contraccolpi, diventando ancora più padroni di un calcio ora comandato già da loro.
L'Arsenal in tutto questo, negli ultimi dieci anni, è riuscito a mettere da parte un grandissimo tesoro, pur pagando il mutuo ogni anno. Nel 2008 l'Arsenal era esposto verso le banche per circa 411 milioni di sterline, mentre ora lo è di "solamente" 255, che potranno essere estinti entro il 2031. 27 di questi sono in mano ai supporter del club, che vedranno ripagati i loro sforzi a rate, e con gli interessi. Però, negli ultimi cinque anni, è incredibile notare come i soldi a disposizione del club, il cash subito pronto, si sia impennato da 70 milioni ai 154 di novembre scorso - e probabilmente in crescita per questa stagione - ed è una cifra incredibile per chiunque. Basti pensare che l'intera Premier League, a eccezione dell'Arsenal, arriva a 180 milioni cash (70 il Manchester United, poi via via tutti gli altri), mentre Bayern Monaco e Real Madrid possono contare rispettivamente su 95 e 94 milioni. Il Barcellona su circa 31, mentre Juventus e Borussia Dortmund girano in territorio negativo, rispettivamente a meno uno e meno quattro. Dal 2008, inoltre, il bilancio è incredibilmente in positivo con un più 197 milioni di sterline, che significa che con un altro lustro del genere l'Emirates sarebbe già praticamente pagato, con la possibilità di rientrare subito dall'investimento fatto anni fa. Ovviamente il mutuo è più semplice anche per evitare di finire come il Leeds United di alcune stagioni fa, passato dalla Champions League all'amministrazione controllata dopo un paio di fallimenti sportivi l'uno dietro l'altro. L'Arsenal in questo senso ha un'economia più che solida, che pure una sequela di insuccessi - e mancate qualificazioni alla Champions - non metterebbe in grossa discussione.
Di più, dal 2014 i Gunners potranno contare su ulteriori 150 milioni di sterline messi a disposizione dalla Fly Emirates per la sponsorship dello stadio fino al 2028. Un accordo firmato lo scorso novembre ma che entrerà in vigore solamente dall'estate prossima, quando l'Arsenal continuerà a spendere per tentare una scalata a campionato e Champions che sembra sempre più difficile, parlando di calcio inglese. Ma il primo posto attuale, con cinque punti in più rispetto al Chelsea spendaccione di Mourinho, conferma che ad Ashburton Grove non se la passano poi così male.