"Mi chiamo Arkadiusz". Il bomber dell'est che spedisce Higuain nell'oblio
Fisico da corazziere, un sinistro terrificante e il colpo di testa come armi per mettere sotto ogni avversario. Milan e Dinamo Kiev l'hanno testato sulla propria pelle, ma Arkadiusz Milik ieri non ha risparmiato nemmeno il Bologna. Nonostante l'inizio gara in panchina per favorire il fisiologico turnover di Maurizio Sarri, l'ex Ajax ha timbrato ancora il cartellino.
Non una volta. Arek non è tipo banale e ha preso ispirazione dal suo predecessore in maglia azzurra. Quel Gonzalo Higuain che andava a cantare sotto la Curva B dopo i successi al San Paolo prima di rinnegare la fede partenopea per sposare la causa della Juventus. Bensì due volte, come se il numero 99 sulle spalle simboleggi proprio la voglia di fare meglio dell'argentino che ha lasciato in dote una eredità pesantissima. Col il guerriero arrivato da Amsterdam intenzionato a fare addirittura meglio per rivelarsi un top player.
38 gol in 43 gare complessive disputate dal Pipita l'anno scorso in azzurro, 6 reti finora per il polacco in cinque apparizioni con la formazione di Sarri. Una media gol che per Milik è addirittura superiore a quella di Higuain poiché, nel 2013, realizzò 'appena' quattro gol nelle prime cinque presenze col Napoli.
Ma i numeri lasciano il tempo che trovano, la città partenopea - insieme a Sarri e Aurelio De Laurentiis - si sono risvegliati stamattina con una certezza assoluta: Milik ha già allontanato il fantasma di Higuain, finito dritto nel dimenticatoio dalle parti di Castel Volturno. Per buona pace di coloro che erano certi sui problemi realizzativi del Napoli senza l'ex Real Madrid. La risposta ha nome e cognome: si chiama Arkadiusz Milik.