Miccoli: "Non sono un mafioso"
Fabrizio Miccoli torna indietro di qualche mese. Riavvolge il nastro e ai microfoni di Lucignolo> ripensa alle frasi rubate, alle intercettazioni apparse sui giornali che hanno creato un tam tam mediatico non indifferente. Fino all'addio, inevitabile, al Palermo. Oggi Miccoli è il capitano del Lecce. "Mi fa male quando mi urlano che sono un mafioso - dice l'ex numero 10 del Palermo -, ma provo a giustificare chi me lo urla pensando che vogliono innervosirmi. Io sono un calciatore, non un mafioso". Miccoli poi torna sulla frase pronunciata contro Giovanni Falcone ("quel fango di Falcone" mentre era in compagnia di alcune persone, ndr) e dice che "è stata una frase pronunciata alle 5 del mattino".
E vorrebbe incontrare la sorella del magistrato ucciso dalla mafia. "Ho provato a rintracciarla, ma sono riuscito a parlare con il figlio. Avrei voluto incontrarla, ma mi è stato detto che era troppo presto. Vorrei fare qualcosa per dimostrare che il mio pensiero non rispecchia quella frase". Miccoli fa mea culpa, ancora una volta. E lancia un messaggio chiaro...