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Missili e razzi cambiano il mercato: soprattutto in Ucraina

Missili e razzi cambiano il mercato: soprattutto in UcrainaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 22 luglio 2014, 07:152014
di Andrea Losapio

Donetsk non è una città qualsiasi. Più che altro perché negli ultimi mesi, da quando è iniziata la guerra ai confini fra Ucraina e i separatisti filorussi, in pochi si sentono davvero al sicuro. Era finito il campionato, dunque i calciatori non erano ancora nell'occhio del ciclone (e delle telecamere), ma ora che la stagione dovrebbe - condizionale d'obbligo - ricominciare ecco che iniziano i primi seri problemi. Difficile biasimare ragazzi tra i venti e i trent'anni che hanno l'unica intenzione di giocare a pallone e, probabilmente, hanno paura di una rivolta che sta preoccupando non solo l'area interessata ma l'opinione pubblica mondiale.


Così i sei "disertori" che non hanno ripreso l'aereo da Lione (per un'amichevole precampionato) rischiano di essere costretti dal club - che da par suo non ha intenzione di rinunciare a loro - di tornare con le pive nel sacco.
Va anche detto che sarebbe una sconfitta in primis per il club ucraino, che forse farebbe bene a cedere i calciatori che non sono convinti di continuare in una città in lotta - tanto più che lo Shakhtar non può giocare alla Donbass Arena proprio per gli scontri - e dall'altra parte mostrarsi deboli ora significherebbe non monetizzare per quanto sperato con alcuni fra i migliori della propria squadra come Alex Teixeira o Fred, passando per Facundo Ferreyra, Douglas Costa, Dentinho e Ismaily. Giocatori per cui potrebbero pervenire offerte multimilionarie ma che, ovviamente, di fronte al rischio di perdere la vita (dopo un aereo abbattuto con 298 persone a bordo) hanno forse capito che i soldi valgono davvero poco.