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Miyaichi e l'errore di valutazione di Wenger. 'Messi d'Oriente' solo sulla carta

Miyaichi e l'errore di valutazione di Wenger. 'Messi d'Oriente' solo sulla cartaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 19 giugno 2015, 12:002015
di Raimondo De Magistris

Nell'epoca del calcio globalizzato anche l'Estremo Oriente è in grado con sempre maggior forza di fare la sua parte. In attesa della definitiva quanto inevitabile esplosione del calcio cinese, c'è un movimento come quello giapponese che con continuità porta i suoi calciatori in Europa con risultati discreti. I tempi di Kazuyoshi Miura, deriso per la sua poco esaltante avventura al Genoa, sono ormai lontani. Hidetoshi Nakata ha aperto una strada oggi percorsa da molti suoi connazionali. In Italia, ma soprattutto in Europa.
Nel nostro paese il calciatore giapponese più in voga in questo momento è Keisuke Honda, sei gol nell'ultimo campionato nonostante la pessima stagione del Milan. Un inizio eccellente, molto promettente, prima del crollo coinciso con quello del resto della squadra. Ma a Milano - sponda Inter - dice la sua da ormai quattro anni anche un altro giocatore nipponico: Yuto Nagatomo.
Dando uno sguardo qualche chilometro più a nord, in Germania e in Inghilterra, il quadro è ancora più florido. Shinji Kagawa è probabilmente il miglior giocatore giapponese che il calcio europeo si ricordi, ma da segnalare ci sono anche giocatori come Hiroshi Kiyotake, Atsuto Uchida, Gotoku Sakai e Takashi Inui che possono essere considerati punti fermi della Bundesliga.

Il Giappone, insomma, sta fornendo all'Europa con sempre maggiore regolarità calciatori in grado di dire la loro in Europa, ma il rischio che il fascino del Sol Levante possa abbagliare gli occhi di osservatori e direttori sportivi è sempre dietro l'angolo. In Italia, ad esempio, a fare da contrappeso a un Nakamura che ha incantato Reggio Calabria con le sue punizioni si sono visti giocatori come Nanami e Yanagisawa che non hanno minimamente lasciato il segno.
Discorso non diverso in Europa. Buoni giocatori e qualche 'bidone' rifilato a destra e a manca. Tra questi anche Ryo Miyaichi, calciatore troppo frettolosamente soprannominato il 'Messi del Sol Levante'.
A far notizia non è tanto che il giocatore non sia esplodo nel Vecchio Continente come ci si attendeva, ma che a sbagliare la valutazione sia stato un fine scopritore di giovani talenti: Arsene Wenger.
Il manager alsaziano lo strappa all'Ajax nel 2010. L'impossibilità di ottenere subito un permesso di lavoro costringe i gunners a cederlo in prestito al Feyenoord e le discrete prestazioni nei quattro mesi olandesi fanno sembrare tutto sommato giustificato l'eco mediatico che il giocatore porta con sé.
Il paragone con Messi, però, appare fin da subito spropositato. Abbaglia qualche osservatore - nel 2011 provò ad acquistarlo il Napoli - ma ben presto fa i conti con la realtà. La sua avventura all'Arsenal inizia realmente solo nel 2011, ma a gennaio 2012 per lui è già tempo di andare via in prestito. Wenger prova in tutti i modi a farlo giocare altrove, ma in nessun club Miyaichi riesce ad imporsi.
E' così che il manager dei gunners nell'estate 2014 si gioca l'ultima carta: rispedirlo in Eredivisie, l'unico campionato europeo in cui l'attaccante nipponico ha giocato discretamente. Un ultimo tentativo che fallisce clamorosamente perché anche il Twente ben presto capisce che il giocatore non è utile per la prima squadra e lo spedisce tra le riserve.
Da qui la decisione di Wenger di liberarsi in maniera definitiva del giocatore dopo quasi cinque anni. Miyaichi da poche ore è un nuovo calciatore del St. Pauli, club di Zweite Bundesliga. Una nuova, l'ennesima, occasione per un attaccante predestinato solo sulla carta.