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Modelli Ajax e Porto: ma sono davvero da seguire?

Modelli Ajax e Porto: ma sono davvero da seguire?TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 27 novembre 2014, 07:452014
di Andrea Losapio

Il calcio italiano è sempre più in crisi. I risultati modesti che conseguiamo in Champions permettono a novelli opinionisti di dire la propria magari su argomenti che sono già sorpassati dal calcio frenetico che viviamo. Anni fa era lo stadio, con il Bayern che cannoneggiava dall'alto dei suoi 110 milioni di euro guadagnati nel 2009-10 dall'Allianz, con l'Inter campione d'Europa che poteva contare solamente sui 38 (influenzati dal grande percorso in Champions). Quello che però non veniva detto era che i bavaresi, con le tv, guadagnavano davvero poco rispetto ai nerazzurri: è tutt'ora così, perché la Serie A non avrà più l'appeal degli anni novanta, ma rimane un campionato più pagato della Bundesliga. Nel frattempo il Bayern ha sponsorizzazioni, merchandising, marketing che in Italia è praticamente invisibile. Lo stadio è attualmente un falso problema, lo era cinque anni fa.
Così, per migliorare, si citano improbabili modelli tedeschi: le società hanno sì stadi di proprietà, quello del Borussia Dortmund è sempre pienissimo pur avendo gli 80 mila spettatori di San Siro, ma i biglietti costano meno e il fatturato non è all'altezza neppure dell'Inter senza Champions. La finale di Champions è stata benedetta dalla fortuna (i due gol con il Malaga) e da un certosino lavoro di un quadriennio che sarà complicatissimo rifare.

L'Atletico Madrid, economicamente, era pressoché sul lastrico, ha dovuto cedere Diego Costa e fatto rifiatare le casse del club con varie TPO (Third part ownership, praticamente i calciatori non sono del club dove giocano), ed è arrivata a quaranta secondi dalla coppa dalle grandi orecchie. Ma sono modelli sostenibili sul lungo periodo?
Borussia e Atletico sono le più conosciute, poi c'è il Porto, maestro nelle plusvalenze degli ultimi anni, anche lui costretto a fare i conti con società di marketing e fondi di investimento che ne limitano i guadagni. E pure con l'influenza di Jorge Mendes che controlla (per sommi capi) qualche comparto del club: i risultati sono buoni, arrivano le coppe europee, al tifoso può far piacere. Ma il sistema economico è destinato, in un periodo lungo, a rischiare di avere grossi problemi.
Completamente diverso l'Ajax, due punti nelle prime cinque di Champions, che crea i propri giovani giocatori crescendoli sin dall'inizio, con una filosofia più vicina a quella del Barça che non del Real Madrid, dove i giocatori sono star sin dall'inizio e possono assurgere a salvatori della patria una settimana per poi cadere nella polvere - e rimanerci - quella dopo. L'Ajax è la squadra perfetta da metà classifica, è la Fiorentina o la Lazio, ma per le nostre big non è un modello replicabile, perché guardano più alla cima della classifica europea che alla coda. Senza vedere che il baratro è vicinissimo.