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Montella e nove mesi davvero lunghi

Montella e nove mesi davvero lunghiTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
giovedì 23 ottobre 2014, 07:452014
di Andrea Losapio

La fortuna è cieca, mentre la scalogna ci vede benissimo. Sfruttando un antico detto popolare, quello che succede intorno alla Fiorentina di Vincenzo Montella, in questo primo scorcio di stagione, appare come un segno del destino. Perché i viola non riescono proprio a fare quel salto di qualità che, da un paio di anni, vorrebbero tentare. Dai rigori di Balotelli in poi i viola sono stati perseguitati dalla sfortuna, sotto forma di infortuni, problemi di carattere economico - i rinnovi - e qualche difficoltà per ciò che concerne il gioco.
Giuseppe Rossi e Mario Gomez, sulla carta, avrebbero dovuto assicurare gol. E un miglioramento della fase offensiva che, per parecchio tempo, è stata il tallone d'Achille della società viola. Lasciato andare via Toni, forse frettolosamente, Rossi ha tirato la carretta per sei mesi, dimostrando di essere il miglior giocatore italiano in attività.

Peccato che poi le sue condizioni fisiche abbiano subito uno stop di media caratura che lo costringe a essere fuori anche adesso: nel frattempo qualche presenza, la polemica precordiale e via dicendo. Pure Supermario non è esente da infortuni e problemi vari: il centravanti teutonico non è ancora in forma nonostante i suoi gol italiani siano oramai una rarità, tanto più che Babacar deve sopportare il peso dell'attacco da solo. Poi i rinnovi: Cuadrado avrebbe gradito la cessione - ma le richieste dei Della Valle si sono scontrate con il mancato interesse degli investitori di offrire cifre importanti - mentre per Neto si parla di Juventus.
Oggi Marko Marin potrà finalmente fare il suo esordio, un altro calciatore che potrebbe fare la differenza ma che per un motivo o per l'altro è rimasto ai box per parecchio tempo. Senza parlare poi di Borja Valero, in flessione (o forse solo un periodo no) tanto da finire sempre più spesso in panchina. Per Montella si aspettano mesi lunghissimi, dopo avere fatto le fortune di una società che, periodicamente (era successo pure con Prandelli), non riesce a fare quel gradino in più che in molti si attenderebbero.