Morata, la scelta di chi essere. Può il Real scaricarlo?
Alvaro Morata ha molto tempo ancora per vincere. Ventitré anni, ne compirà ventiquattro il prossimo 23 ottobre, tanti gol nei momenti che contano. È successo con la Juventus, dai quarti di finale della scorsa Champions League, è capitato anche in questo Europeo con le tre reti fra Turchia e Repubblica Ceca. Quando il gioco si fa duro, Morata c'è, spesso e volentieri. Ma può considerarsi già una stella di primissima grandezza del panorama europeo? Se la Juventus avesse passato il turno con il Bayern Monaco - e magari fosse volata verso la finale per un'ulteriore volta - probabilmente sì. Invece ora manca la pietra miliare per considerarlo ai livelli di Raul, di Fernando Torres, degli ultimi grandi centravanti della Seleccion. E magari guadagnarsi anche il posto da titolare in un Real Madrid che finora ha pensato più a utilizzarlo come pedina di scambio che non come vero e proprio ariete per la prossima stagione, magari in coppia (almeno staffetta) con Karim Benzema.
Buffon ha centrato una questione fondamentale, in una vecchia intervista.
Ha qualche difficoltà psicologica nell'approccio, forse temendo per la propria capacità di fare la differenza. E lo si è visto anche dopo la sfida con la Croazia: gol, tutto bene, errore in uno stop che avrebbe portato al 2-0, tutto male. Scomparso dal campo e pure dalla mixed zone, dove ha preferito battersela che non parlare almeno un minuto con i giornalisti, forse già impaurito da Barzagli, Bonucci e Chiellini. Difficile pensare a incubi notturni, va detto, ma la difficoltà di giocare contro la propria difesa è palese, perché forse una delle migliori al mondo. Lui deve dimostrare di esserlo, uno dei migliori centravanti al mondo. Perché altrimenti il Real lo scaricherà, al di là dei gol. E può farlo, perché i campioni d'Europa possono scegliere chi acquistare. Magari diventarlo con la Seleccion, per la terza volta consecutivamente, potrebbe essere uno sponsor definitivo.