Neymar, Pallone d'Oro affare per se stesso. Ma anche per il Santos
Taglio corto, basta cresta, e pure una discreta bravura in zona gol, contrariamente a quanto accaduto alla sua prima annata al Barcellona. Perché Neymar, esploso nel Mondiale 2014 - ma fermato da Zuniga - in blaugrana ha avuto il bisogno di carburare. E, forse, avere un altro attaccante di primissimo livello, come Suarez, per non essere costantemente raddoppiato quando la palla viaggiava da una parte all'altra.
Così la sua presenza nei tre finalisti del Pallone d'Oro sembrava un atto dovuto, dopo i 10 gol nelle 12 presenze della scorsa Champions League. Anche meglio di Messi negli ultimi playoff. Il suo inserimento nei migliori tre del 2015, di fatto, porterà due milioni di euro al Santos, club che ha venduto il brasiliano al Barcellona nel 2013, in una negoziazione ancora oscura per la giustizia spagnola.
Questa era, di fatto, una clausola inserita nel momento della cessione al Barça, ed è stata una mossa per diminuire il guadagno del gruppo DIS (che possedeva il 40%) e Teisa (5%).
Oltre a questo valore il Barcellona aveva acquistato le opzioni di Victor Andrade, Giva e Gabigol: i diritti economici di Neymar erano stati pagati 17 milioni di euro più il valore ufficiale della vendita, di ottanta. Un affare, certo, entrare nei primi tre per Neymar. Forse lo è di più per il Santos, che si trova costantemente in difficoltà finanziarie.