Non è un paese per Vecchi
L'Internazionale ha deciso di tener fede al suo nome. Mille anime e mille bandiere, non solo in campo ma anche in società. Esonerato il tecnico olandese, scelto dall'ex proprietario indonesiano, adesso si riflette sull'ipotesi italiana spinta dalla branca italiana ma la proprietà cinese valuta anche ipotesi portoghesi, francesi e pure nuovamente olandesi. Intanto c'è Stefano Vecchi, traghettatore, che nell'ossimoro del nome arriva dalla Primavera dei giovani per allenare i grandi. Il suo sarà un incarico ad interim, per lottare coi Santi d'Inghilterra e per placare un Crotone voglioso di punti per una disperata corsa salvezza. Due tappe per poi tornare dove si è conquistato, a suon di gavetta e campi polverosi, un posto meritato. I problemi dell'Inter sono tanti, troppi.
Decisioni macchinose, troppi pareri e troppi decisionisti. Pareri che s'intrecciano tra Gardini che avrebbe optato per Mandorlini, Ausilio per Pioli, Thohir che voleva difendere De Boer e i cinesi che vorrebbero Blanc, Villas-Boas o Hiddink, Moratti e Zanetti che puntano Leonardo. Non è un paese per Vecchi, l'Inter, ma questa formazione non sembra un posto giusto per nessun allenatore. Fin quando non finirà questa stagione gettata al vento. Fin quando non andrà, l'Internazionale di nome e di fatto, su un argentino. Diego Simeone. L'unico capace di metter d'accordo tutte le anime.