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Once upon a time la Fiorentina di Sousa. Adesso serve cambiare

Once upon a time la Fiorentina di Sousa. Adesso serve cambiareTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 18 ottobre 2016, 08:002016
di Luca Bargellini

C'era una volta la Fiorentina spettacolo di Paulo Manuel Carvalho Sousa. Una squadra, quella del tecnico portoghese che nei primi tre mesi della passata stagione sorprese tutti, non solo per i risultati ma anche per il gioco espresso. Dieci vittorie nelle prime quindici giornate, primato in classifica, Nikola Kalinic rivelazione fra i bomber della massima serie e Federico Bernardeschi disegnato come "novello Baggio" col dieci sulle spalle. Una sorta di sogno ad occhi aperti per Firenze. Come tutti i sogni, però, anche questo ha trovato la sua fine. Una fine arrivata con l'inizio del nuovo anno.
La seconda parte della scorsa stagione, infatti, complice tutta una serie di incomprensioni fra Sousa e la dirigenza in fase di mercato invernale, ha visto scendere in campo una squadra diametralmente opposta a quella dei primi mesi. Lenta, quasi svogliata e terribilmente prevedibile: questa è stata la Fiorentina che ha chiuso al quinto posto, con 26 punti raccolti da Borja Valero e compagni da gennaio a giugno. Una crollo verticale che trova conferme nei numeri, nelle due sole vittorie conquistate negli ultimi dodici turni di campionato.
Un rendimento, questo, che aveva fatto presagire un divorzio fra Sousa e la dirigenza in estate; divorzio mai concretizzato più per mancanza di alternative per ambo le parti che per altro.

Si è pensato, dunque, di ripartire rinnovando la rosa, sempre entro i parametri del Faiplay Finanziario, monetizzando al massimo le cessioni come quella di Marcos Alonso al Chelsea. La ripresa tanto agognata, però, non si è comunque vista. Nove punti in otto giornate sono troppo pochi per una società delle ambizioni dei viola, il gioco continua a latitare e trovare spunti positivi utili per continuare il rapporto col tecnico ex QPR diventa sempre più difficile.
Dopo i 35 punti conquistati da Sousa a Firenze fra agosto e dicembre dello scorso anno, ne sono arrivati altrettanti, ma in un periodo ben più lungo, da gennaio a ottobre. Qualcosa si è evidentemente incrinato sulle sponde dell'Arno. Un qualcosa che neanche un dirigente esperto come Pantaleo Corvino è riuscito a recuperare. Adesso occorre un cambio di rotta, deciso e opportuno, per evitare situazioni impensabili fino a qualche mese fa. Un cambio che dia nuove motivazioni ad un ambiente depresso e senza idee.
C'era una volta la Fiorentina spettacolo di Paulo Manuel Carvalho Sousa e non tornerà più. Quantomeno col portoghese in panchina.