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Parma, dai 240 tesserati allo stipendio monstre di Leonardi: il fallimento

Parma, dai 240 tesserati allo stipendio monstre di Leonardi: il fallimentoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
venerdì 27 febbraio 2015, 16:142015
di Alessio Alaimo

Oltre duecento calciatori tesserati, molti dei quali inutili al progetto della squadra. Plusvalenze future? Può darsi, ma difficile credere che - con tutto il rispetto che si deve a dei professionisti - acquistare i De Sena o Velardi di turno possa essere produttivo per la squadra del futuro. I due calciatori adesso non sono più legati al Parma, sicuramente non sono stati loro il problema della società ducale, ma sommati ad altri duecentotrentotto, probabilmente sì. Va bene puntare su un giovane come Misuraca, in cerca di rilancio. Va bene creare sinergie con Crotone o Gubbio per il futuro, può sempre tornare utile. Ma non va bene portare la società al fallimento con operazioni prive di senso logico. Duecentoquaranta tesserati. Da Altobello a Ravaglia, fino a Grillo, Lombardi e Dragonetti. Ne avete mai sentito parlare? No, nessuna certezza sul tipo di carriera che faranno questi calciatori, come altri. Nessuna colpa neppure dei professionisti, citati ad esempio. Colpa però, di chi ha portato il Parma a questo punto. E magari anche degli stipendi monstre dei dirigenti. Pietro Leonardi ha uno stipendio di circa 800.000 euro annui! Dopo Galliani e Marotta è forse il dirigente più pagato della serie A. Al Parma. Sì, proprio al Parma che è ormai sulla via del fallimento. E il collaboratore tecnico, Antonello Preiti, ha un ingaggio da direttore sportivo di media serie A.

Circa 130.000 euro. Numeri clamorosi. Proprio come è stato clamoroso il fallimento di Pabon al Parma, oppure di Danilo Pereira o Sotiris Ninis, che con Donadoni non aveva creato il giusto feeling. E se alla lunga porti avanti tante operazioni, tutte sbagliate sia dal punto di vista tecnico che economico, è normale avere dei problemi. E ora il Parma non riesce a vedere la luce. Manenti è il quanto presidente in stagione dopo Ghirardi a cui hanno fatto seguito Doca (che rintracciato telefonicamente fa sapere di non avere nulla da dichiarare), Giordano e Kodra. Da capire cosa abbia spinto a prendere il Parma Manenti, la cui sede operativa è a Nova Gorica (dove il Parma aveva una squadra 'amica'), visto che al momento al di là delle promesse di pagamento di concreto s'è visto davvero poco. Ma magari il nuovo presidente del Parma troverà i soldi e risolverà tutto. Chissà. Intanto quel che resta del Parma sono gli spogliatoi senza panchine e poltrone e una lavanderia che non lava più. Tra la rabbia di dipendenti e calciatori che non vengono pagati. E, giusto per completare l'opera, domenica non si gioca. Il Parma sta per chiudere i battenti. A meno che Manenti non intervenga con qualcosa di concreto al di là delle promesse. Magari prima del 19 marzo.