Parma, il crollo verticale dopo l'Europa negata
Si dice: l'importante è come resisti ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti. Nel caso del Parma l'Europa League negata sembra un colpo dal quale nessuno si è rialzato.
Troppo brutto per essere vero, impietoso il confronto con la squadra che macinava record la scorsa stagione. I freddi numeri meglio di tutti fotografano la situazione: 3 punti in 8 partite, 7 ko, 20 gol incassati. E un futuro che preoccupa, considerato che mercoledì ci sarà un Torino che vorrà legittimare la sua presenza in coppa al posto dei ducali, poi un'Inter che non può perdere altro terreno e una Juve che allo Stadium a oggi ha vinto le ultime 22 partite in Serie A.
Ghirardi ha dimostrato coerenza nel ribadire la fiducia a Donadoni, nonostante tutto. "Qualcosa si è rotto" ha ammesso il tecnico. Così è:
I grandi protagonisti della scorsa stagione sono assenti o irriconoscibili: prendiamo Mirante. Eccezionale la scorsa stagione, tanto da conquistarsi la Nazionale, è alla stregua di un Dida post-petardo: errori, anche macroscopici e un senso di insicurezza trasmesso al reparto difensivo. Proprio la retroguardia sembra non poter fare a meno di Paletta. Così come la corsia destra, che aveva in Cassani la sua certezza, non ha un sostituto adeguato.
A centrocampo partito Parolo, che lo scorso anno faceva la differenza, si è sperato di coprire i suoi gol con le pennellate di Lodi. Il risultato? Zero gol e prestazioni lontanissime dal giocatore di due anni fa.
Davanti, infine: il Biabiany dello scorso anno ha finito il giorno del trasferimento al Milan sfumato. Prima tornato demotivato, poi fermato dal medico. E poi l'ariete da affiancare a Cassano. Belfodil sembra non essersi più ripreso dal flop Inter-Livorno, lasciando così il povero Cassano a cantare e portare la croce. E per fortuna che non sono arrivate le cassanate di Fantantonio, unica certezza e leader al quale la squadra si aggrappa. Aspettando il mercato di gennaio.