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Perché parla solo oggi? Acerbi: "Avevo fiducia nella giustizia. E ci hanno marciato sopra tutti..."

Perché parla solo oggi? Acerbi: "Avevo fiducia nella giustizia. E ci hanno marciato sopra tutti..."TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 29 marzo 2024, 09:38Serie A
di Tommaso Bonan

"Sono triste e dispiaciuto: è una vicenda in cui abbiamo perso tutti". Le parole - in merito alla vicenda che ha catalizzato l'attenzione del mondo del calcio e non solo - sono dello stesso Francesco Acerbi, che dopo l'assoluzione dalle accuse di insulti razzisti a Juan Jesus, torna a parlare sulle pagine del Corriere della Sera. "Quando sono stato assolto, ho visto le persone attorno a me reagire come se fossi uscito dopo dieci anni di galera, molto contente di essere venute fuori da una situazione del genere: sono state giornate molto pesanti".

Perché parla solo oggi?
"Perché avevo fiducia nella giustizia e non volevo rischiare di alimentare un polverone che era già enorme. Adesso che c’è una sentenza, vorrei dire la mia, senza avere assolutamente nulla contro Juan Jesus, anzi è il contrario perché sono molto dispiaciuto anche per lui. Ma non si può dare del razzista a una persona per una parola malintesa nella concitazione del gioco. E non si può continuare a farlo anche dopo che sono stato assolto".

La sentenza non è stata una liberazione?
"Lo è stata, ma nella liberazione sono comunque triste per tutta la situazione che si è creata, per come era finita in campo, per come ci hanno marciato sopra tutti senza sapere niente. Anche dopo l’assoluzione ho percepito un grandissimo accanimento, come se avessi ammazzato qualcuno".

Il razzismo però è una piaga e il calcio viene accusato di non fare abbastanza per combatterlo.
"Ma questa non è lotta contro il razzismo, non c’è stato nessun razzismo in campo e io non sono una persona razzista: il mio idolo era George Weah e quando mi fu trovato il tumore ricevetti una telefonata a sorpresa da lui che ancora oggi mi emoziona".

Se non è lotta al razzismo, allora cos’è?
"Si sta solo umiliando una persona, massacrando e minacciando la sua famiglia, ma per che cosa? Per una cosa che era finita in campo e nella quale il razzismo non c’entra nulla. Il razzismo purtroppo è una cosa seria, non un presunto insulto".

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