Perotti, quando il talento non basta. Inversioni a U sul mercato
È stata la bella di Siviglia del mercato italiano. Che poi lui, in Andalusia, è di casa. Perché Diego Perotti, 27 anni da poco più di un mese, ha giocato probabilmente la miglior stagione possibile, dopo un paio di anni a intermittenza a causa dei tantissimi infortuni. Così, dopo avere strabiliato con il Genoa - portato fino all'Europa League, scippata causa problemi economici - e calamitato tutte le attenzioni delle big, Perotti si è messo in poltrona aspettando un'offerta. E sono arrivate, ma non all'altezza delle richieste del Genoa. Inter, Napoli, a tratti Milan, Roma. Perfino la Juventus, che però aveva altri obiettivi al primo posto.
Indiscutibilmente Perotti è stato protagonista fino all'ultimo, al gong del mercato, lunedì alle 23. Anzi, non è vero: il giorno successivo l'argentino è diventato obiettivo pure per il Bournemouth, neopromosso in Premier League, matricola del campionato inglese, rifiutato da de Guzman appena poche ore prima.
Così, da una cessione quasi ineluttabile, a una permanenza quasi scontata. Dall'ultima curva sul mercato per concludere con un rinnovo che potrebbe - ma il condizionale è d'obbligo - pure mantenerlo in rosa ancora per tante stagioni. D'altro canto è arrivato solo un anno fa, a parametro zero, come un Thiago Motta dei tempi. Pure nei risultati: al primo anno Europa League raggiunta, sebbene con l'italobrasiliano fosse Champions quasi sfiorata.