Pescara, quanti applausi. Ma senza burocrazia sarebbe un punto in quattro
Il Pescara è oggettivamente una delle squadre di Serie A che gioca un bel calcio. Alle volte pure troppo, specchiandosi nei movimenti, arrivando al limite dei sedici metri avversari per poi perdere l'attimo (e il pallone), di fatto favorendo anche il cinismo di chi lo fronteggia. Quattro punti in tre partite, i biancazzurri sarebbero salvi attualmente. Non senza l'aiutino esterno, perché l'unica vittoria finora raccolta dagli abruzzesi è arrivata lontano dal campo, causa e-mail in posta certificata che mancava.
Gli applausi ricevuto da Massimo Oddo, finora, arrivano da più parti.
Però la fragilità difensiva è innegabile, con otto reti subite in quattro partite. Demerito anche di una squadra che quando prende gol rischia spesso di sciogliersi, perdendosi in qualche paura di troppo. Con il Napoli sono arrivate due reti in pochi minuti, idem con l'Inter, figurarsi con la Lazio dopo l'errore dal dischetto di Memushaj. Insomma, oltre a un problema tecnico ce n'è uno psicologico, forse dovuto alla troppa pressione. Con il Torino è una prova del nove per non incappare in un vortice complicato da digerire.