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Pioli, tempo fa mal digerì un appellativo. Oggi così lontano, come la panchina

Pioli, tempo fa mal digerì un appellativo. Oggi così lontano, come la panchinaTUTTO mercato WEB
domenica 23 aprile 2017, 09:002017
di Francesco Fontana
fonte Firenze - Dall'inviato allo stadio 'Artemio Franchi'

Nella terra di mezzo, quando non si sa cosa fare e non si ha ben chiaro l'obiettivo davanti a sé: Europa League sì, oppure no? Questa la domanda che si staranno ponendo i tifosi dell'Inter in queste ore, probabilmente scottati da un girone, il K di questa edizione, troppo brutto per essere vero. E il risultato contro la Fiorentina, oltre a essere l'ennesimo da dimenticare in un'annata incredibilmente negativa, lascia perplesso l'intero ambiente e crea il dubbio che, forse, questo gruppo sta paradossalmente facendo il possibile per evitare il sesto posto e quello scomodo doppio preliminare tra luglio e agosto.

Supposizioni? Magari, ma il campo parla chiaro e porta a pensar male. Folate d'orgoglio (come nel derby), gara in proprio favore e poi luce puntualmente spenta. Lacune certamente tecniche, ancor di più sotto l'aspetto della personalità. Tanti giocatori della rosa attuale forse non sarebbero nemmeno da Inter, oppure non hanno ancora ben capito il significato di indossare una maglia tanto importante, pesante. Senza dubbio non per tutti (per informazioni, chiedere ai campioni che hanno conquistato il Triplete qualche anno fa. Doti caratteriali assolute, in primis).

Ora sarà tempo di valutazioni (ormai non è una novità), processi e critiche di qualsivoglia genere. Soprattutto nei confronti di Stefano Pioli. Il 'normalizzatore' che in sede di presentazione mal digerì tale appellativo. Quella stessa definizione oggi così lontana, che magari vorrebbe indietro. Perché, allo stato attuale, difficile poterlo giudicare in tal modo.