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Prima intervista dopo l'addio: concetti chiari e netti, difficilissimo dargli torto

Prima intervista dopo l'addio: concetti chiari e netti, difficilissimo dargli torto
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 5 dicembre 2016, 09:002016
di Francesco Fontana

Torna a parlare. Per la prima volta dopo l'addio dello scorso 1° novembre, quando venne sollevato dall'incarico con contestuale risoluzione del contratto. Ai microfoni di Ziggo Sports, Frank de Boer tenta di aprire gli occhi a chi forse non ha ancora capito la situazione (paradossale) dell'Inter attuale. E le prestazioni sul campo non rappresentano altro se non il risultato di scelte avventate e rischiose, forse nemmeno dettate da una linea comune. Con qualche faccia in contraddizione, l'una con l'altra. Insomma, chi comanda in questa nuova InterChina? Difficilissimo rispondere.

Concetti chiari, netti quelli espressi dall'uomo di Hoorn: "C'è una proprietà cinese, un presidente indonesiano e dirigenti italiani. In teoria tutti avrebbero il controllo, ma nessuno ha realmente il potere. Credo che questo sia il problema più grande. Si pretende molto, ma bisogna capire qual è l'organizzazione interna. Io stavo cercando di introdurre idee nuove, ma sarebbe servito tempo. All'Inter, invece, avrebbero voluto arrivare al top in due settimane. No, non funziona così".

Come dargli torto? Indipendentemente dalle caratteristiche, dallo status e dal livello di questo allenatore (questo non è il punto della questione, anche se giocoforza va ricordato di come avrebbe voluto introdurre un modo di intendere il calcio per certi versi innovativo per un club come l'Inter), quello sopraccitato è il grande, anzi, grave problema di una società tanto ricca dal punto di vista economico quanto instabile a livello di chiarezza.

Ora non sarà semplice compattare l'ambiente, ma soprattutto trovare una vera guida. Un ideale punto di riferimento. Senza dimenticare che Piero Ausilio (direttore sportivo che deve rimanere tale, senza accollarsi compiti extra che non gli competono) in estate è stato quasi superato da quel Kia Joorabchian che, in pratica, ha condotto la maggior parte delle trattative durante il mercato. Questo un altro grande paradosso.

Nel frattempo l'Inter dei mille rebus e delle altrettante domande e questioni irrisolte precipita in classifica, con il rischio di ritrovarsi già ai primi di dicembre fuori da tutto. Con una Champions League che, allo stato attuale, dista ben 11 punti. Tanti, fin troppi. Che smacco per Suning Group, che sognava di presentarsi al calcio italiano in tutt'altro modo.

Senza citare nuovamente Roberto Mancini (che ha cercato di salvare il salvabile e che aveva capito perfettamente tutto quello a cui si stava andando incontro, avendo ovviamente ragione), un plauso lo merita anche FdB. L'uomo lasciato solo da tutti, dal primo all'ultimo giorno. "All'Inter non si capisce chi comanda", dice lui. Questa la prima intervista dopo l'addio: concetti chiari e netti, difficilissimo dargli torto.