Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Quanti accoltellati serviranno ancora?

Quanti accoltellati serviranno ancora?TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
mercoledì 27 maggio 2015, 07:152015
di Andrea Losapio

Non è un evento sporadico, ma ogni volta ci si sorprende. Chissà perché, poi. I due accoltellati del derby di Roma di lunedì non sono che gli ultimi di una lunghissima lista, ogni volta più nutrita quando ci sono partite di cartello. Non solo, perché nei pressi dell'Olimpico, al netto della tragedia Ciro Esposito della passata stagione, non è sempre raccomandabile essere in transito. Anzi, a dire la verità quasi mai. I feriti sono ogni anno tantissimi, le coltellate spesso protagoniste del pre o del post partita, ma lo stadio non è quasi mai a porte chiuse. La riapertura della Curva Sud in occasione di Roma-Atalanta è stata emblematica, ma anche lì era arrivata dopo uno striscione esecrabile (per usare un eufemismo), non con la vera violenza che è protagonista in ogni dannata stagione.
Sarebbe bello capire perché. Perché le tifoserie romane sono al di sopra di ogni sospetto. Sarebbe bello capire perché la FIGC preferisce tapparsi le orecchie. Sarebbe bello capire perché politica e pallone sono mischiati quando si parla di giallorossi o di biancocelesti. D'altro canto mostrando sempre l'altra guancia si rischia solo di ricevere un altro colpo, mentre se si chiudono gli occhi arriva una coltellata alla schiena.

Sarebbe bello capire quanti feriti (in maniera più o meno grave) servano perché qualcuno decida di fare qualcosa. E magari sperare che non ci scappi il morto. È brutto da dire, ma i tafferugli continuano, settimana dopo settimana, inesorabili. E quando succede all'estero, come i tifosi arrestati laziali in Polonia, le frasi incominciano a sgorgare copiose. Sempre a giustificare, mai a condannare. Oppure tentare di capire di più su qualcosa che è successo, senza andare a indagare oltre. E, magari, capire che il calcio non è quello degli accoltellamenti. Roma e Lazio sono spesso trattate diversamente: a Bergamo, non più tardi di qualche mese fa, l'Atalanta ha dovuto subire una squalifica - giustissimamente mantenuta - per la guerriglia urbana scoppiata dopo la partita con i giallorossi. Sarebbe bello capire, anche qui, quali saranno le pene per i club. Ritenuti oggettivamente responsabili. Forse...