Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Raiola e le spalle grosse di eliminare Totti da Roma

Raiola e le spalle grosse di eliminare Totti da RomaTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 5 maggio 2016, 13:062016
di Andrea Losapio

"Fui più vicino io a prendere la Roma di James Pallotta". Le parole di Mino Raiola non sono praticamente mai banali, anche se alle volte sono fin troppo criptiche. Il presidente dei giallorossi, in questo momento, è l'americano e non lui. E sarebbe bello capire cosa intendeva con "più vicino", ma sono discorsi di lana caprina che spesso non sono troppo semplici da intendere. O forse lo sono troppo e sarebbe bello capirne di più. Comunque, al di là della mera questione societaria, c'era un particolare che nell'intervista rilasciata a GQ non può non saltare all'occhio: "Però senza Totti".
Francesco Totti in questo momento è più intoccabile del Papa, a Roma. Lo era meno a febbraio, quando Spalletti lo lasciava fuori e una parte della tifoseria, la stragrande maggioranza, era a favore dell'allenatore. Perché tutto scorre e pure Totti, a quarant'anni, poteva essere accantonato con tutta la riconoscenza del caso. Sembra di rivedere, in parte, il penultimo anno di Del Piero, con la punizione alla Lazio che regalava di fatto il primo Scudetto a Conte e il ventottesimo alla Juventus, quel "firmo in bianco" e la conseguente uscita pubblica, qualche mese dopo, di Andrea Agnelli all'assemblea dei soci per comunicargli il benservito.


Pallotta non ha parlato così chiaro su Totti, forse perché non può esporsi. Raiola lo ha fatto, e la dicotomia è da capire: il capitano, negli ultimi anni, è stato più un problema o una risorsa per la società capitolina? Ora è molto semplice rispondere, perché il momento è meraviglioso. Però le bandiere, alle volte, vanno pure ammainate. Lasciare da super protagonista è la miglior mossa possibile. Totti invece vuol giocare un altro anno: già il rinnovo del 2009 (quinquennale fino al 2014) sembrava una posizione esagerata, poi quella fino al 2016, a quarant'anni e con la possibilità di entrare in dirigenza, era un omaggio alla grande stagione con Zdenek Zeman, l'ultima in doppia cifra. Ora l'anno successivo: Raiola ha le spalle grosse, qualche volta esagera, ma forse ha indicato la luna in un rapporto in cui Totti ha dato tutto. Ora però se lo sta riprendendo, forse pure con gli interessi. Dirlo ora ha un timing ovviamente (e volutamente) polemico. Ma alle volte si può anche smettere all'apogeo del successo, come in questo momento, invece che cercare un'altra stagione da protagonista più che ingombrante.