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Roberto, l'Arsenal e la mentalità Juve: top e flop della Champions

Roberto, l'Arsenal e la mentalità Juve: top e flop della ChampionsTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 23 ottobre 2014, 12:242014
di Andrea Losapio

La sconfitta in Grecia complica, e non poco, il cammino europeo Juventus, costretta ora a vincere tutte e tre le partite del ritorno per sperare nel primo posto. L'Atletico invece distrugge il Malmoe - da ringraziare per la vittoria con l'Olympiacos. Arsenal e Borussia risorgono dai dolori di campionato, il Liverpool no prendendone tre con il Real Madrid.

I top

Roberto - Per un tempo e passa dormicchia placido, convinto che niente possa scalfirlo. Poi incomincia a parare tutto con una semplicità devastante, spostando l'equilibrio di una partita che sarebbe da pareggio (a stare stretti) per le due fasi che ha vissuto il match. Portiere buono, non un fenomeno, che però si è trasformato contro una Juve sciupona.

L'Arsenal - In due minuti ribalta una partita che si era fatta davvero complicata, grazie alla rete di Gibbs e poi al raddoppio di un Podolski che in sei minuti (non quelli di Valcareggi e della staffetta del Mondiale 1970) ha la possibilità di lasciare la propria impronta nel match.

Ludogorets - Contro il Real Madrid regge l'urto, con il Liverpool va vicino al punto, mentre con il Basilea raccoglie la prima vittoria in Champions League. Ora sarebbe qualificato, mancano ancora tre partite e forse non dipende solo dalle proprie vittorie, ma è una bella favola dopo avere passato il turno grazie a Moti improvvisato portiere.

I flop

Un Liverpool da rivedere - Cambiare Suarez con Balotelli non è stata una mossa geniale. Un po' come il Tottenham, che quando ha dovuto sostituire Bale ha rinforzato sì la squadra, ma con i giocatori più di nome che di reale consistenza. Malissimo ancora il centravanti italiano, sostituito dopo 45 minuti.

Mamma li turchi - Quattro a zero dal Borussia peggiore delle ultime stagioni, almeno finché Marco Reus non sente la musichetta della Champions e decide di scendere in campo. Parente alla lontana della squadra che, dieci mesi fa con Mancini, riusciva a mandare a casa la Juventus grazie al diagonale di Sneijder. I problemi societari si fanno sentire, Prandelli è un uomo sol(issim)o al comando.

Mentalità Juve - Per la terza volta in tre anni proverà a recuperare una qualificazione che dopo tre partite sta sfuggendo di mano. Il problema è nel lasciare sessanta minuti all'avversario. E nella sensazione, tutt'altro che gradevole, che Tevez sia l'unico che realmente può fare la differenza, con i bianconeri decisamente dipendenti dall'Apache. Bravo Morata, ma il risultato è quello che conta, soprattutto in un gironcino.