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Roma, Garcia: "Allenare è come fare il padre. Orgoglioso di quanto fatto finora"

Roma, Garcia: "Allenare è come fare il padre. Orgoglioso di quanto fatto finora"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
mercoledì 9 aprile 2014, 23:572014
di Tommaso Maschio

Intervistato nel corso della trasmissione Le invasioni barbariche su La7 il tecnico della Roma Rudi Garcia ha parlato a tutto campo della sua avventura in giallorosso: "Non sta a me dire se sono una rivelazione, stiamo facendo un campionato da record, ma non è ancora finita. Per lo scudetto non dipende da noi. Dobbiamo solo tenere il secondo posto vincendo sempre e aspettando i risultati della Juventus. Penso che un tifoso debba sostenere la squadra fino alla morte, anche quando non vanno bene le cose perché è proprio in quei momenti che la squadra ha bisogno dei suoi sostenitori. Quando sono arrivato la prima cosa da fare era far tornare il sorriso sul viso dei miei giocatori e poi rendere orgogliosi i nostri tifosi coi risultati sul campo. Questo obiettivo l'abbiamo raggiunto e sono orgoglioso di questo".

Su Totti: "I grandi giocatori sono sempre gli uomini più umili e semplici e lui è così. Pensa sempre al bene della squadra e della Roma. Francesco è uno dei più grandi calciatori della storia e l'anno prossimo mostrerà il suo talento anche in Europa",

Su Destro: "Non è un giocatore violento e il calcio è uno sport di contatto. C'è continuamente una lotta per prendere la posizione e a volte possono succedere certe situazioni. Ha dato una manata, ma l'arbitro l'ha vista e ha giudicato. La regola dice che la prova tv non è applicabile se l'arbitro vede e in questo caso si è usata più la moviola che non la prova tv e non mi piace. Comunque non penso che la Roma sia perseguitata, pensiamo al campo e a far bene anche senza Destro anche se penso che sarebbe logico che vincessimo il ricorso".

Sul ruolo di allenatore: "Questo è un lavoro che ti prende 24 ore al giorno per tutta la settimana. Sento che i miei giocatori sono come dei figli perché per me non è possibile allenare senza amare i miei giocatori. Se qualcuno mi sta antipatico gli parlo e trovo una soluzione. Quando acquistiamo un giocatore mi documento sempre sull'uomo perché penso che sia importante anche questo aspetto. Voglio una Roma con un'identità precisa che faccia divertire la gente che viene allo stadio e fare spettacolo".