Roma, Gervinho e Keita: la formula magica di Garcia coi suoi pupilli
Rudi Garcia pare aver trovato l'elisir di lunga vita per i suoi pallini. Due uomini su tutti, in attesa che in futuro ne arrivino altri: Gervinho e Seydou Keita. Sorridevano, in Inghilterra, dopo l'addio dell'esterno d'attacco. Non segna, sbaglia, corre male, corre a vuoto, non merita l'appellativo di calciatore. Le parole riversate per l'ivoriano erano di certo poco amore, ma lui arrivò a Roma sorridente ed a testa alta. Niente paura, ci pensa Garcia. Gervinho diventa cigno, seppur sempre non Adone.
Gioca bene, segna, è ben più che un semplice calciatore ma spesso man of the match che, tra Italia ed Europa che conta, mica è semplice come titolo da raggiungere.
Keita, poi. Era pure emigrato in Cina, in cerca di sè, dopo le splendide annate con Guardiola al Barcellona. Poi una timida parentesi al Valencia, ma le più belle stagioni le ha vissute proprio coi due maestri: Garcia al Lens e Pep il catalano in Blaugrana. Poi è rinato, fin pure ad indossare la fascia da capitano, con la maglia della Roma. Che ha reso un colpo a parametro zero, nato in sordina, botto improvviso. Niente paura, ci pensa Garcia.